07 Marzo 2024
FONTE: Facebook
Se è vero che non c'è un limite alla fantasia quello che da qualche giorno va in scena nei circoli Arci e nelle associazioni Lgtb va ben oltre l'immaginazione. Così, quale migliore risposta che l'invenzione di un gioco da tavolo per "combattere" il patriarcato? Detto, fatto. Lo schema è quello di una sorta di Monopoly con salsa in armocromia. Si tratta di un gioco di "ambientazione e critica sociale" pensato e ideato da tre attiviste e rivolto a un pubblico dai sedici anni che ha come obiettivo quello di sensibilizzare i partecipanti ai temi della (presunta) disparità e delle (sempre presunte) disuguaglianze di genere. Il tutto, ovviamente seguendo i canoni ultraprogressisti di chi vede il patriarcato ovunque. Anche dove non c'è. Ci sono le carte e le caselle, immancabili gli imprevisti come il "maschilismo tossico", sempre in agguato come l'occhio del Grande Fratello. Tutto questo ha un nome: Pink*, rigorosamente con l'asterisco woke.
Così, oltre alle piazzate a suon di slogan e manifesti, le transfemministe hanno trovato il modo di rimanere sempre sul pezzo e per far sentire la loro voce anche nel tempo libero. Il gioco si articola su tre plance componibili, attraverso le indicazioni contenute in tre mazzi di carte che danno il ritmo alla partita. "Avrai a disposizione nove round per raccogliere tutte le risorse necessarie, ma a ogni turno troverai il patriarcato a ostacolarti", si legge nelle istruzioni. Tra i personaggi immaginari che popolano il passatempo c'è tal Margherita, che dice: "Il patriarcato mi ostacola perché ho meno di 25 anni e sono grassa". Rosa sostiene invece di essere "razzializzata" per via della sua pelle scura, mentre Alessia si sente discriminata perché non è etero e non ha figli.
Nel gioco anti-patriarcato sono previste alcune carte di "azione" che - viene spiegato - "rappresentano piccoli gesti, momenti di autodeterminazione e buone pratiche che possiamo mettere in campo tutti i giorni per decostruire le imposizioni della società patriarcale". Altre carte "la voce della società patriarcale, talvolta violenta, talvolta paternalista o ignorante". Nel passatempo, uno dei temi principali è quello del sessismo, ma ci sono anche richiami alle seguenti istanze: "Abilismo, grassofobia, razzismo, ageismo, lesbofobia, bifobia, transfobia, stupro e violenza di genere. Il gioco sta pian piano prendendo piede, e nel tour di presentazione è stato portato a Padova, Mantova, Parma, Livorno, Firenze, Aosta, Pisa, Roma, Genova, Modena, come documentano anche alcuni scatti sui social ma il giro d'Italia è solo all'inizio promettono le ideatrici. In una delle carte mostrate ai partecipanti compare la seguente frase: "Non mi sono fatta i peli e va benissimo così". Poche battute che racchiudono bene tutto il pensiero. In attesa di vederle sfilare domani in occasione della festa della donna.
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