11 Febbraio 2024
Fonte Einaudi
Il nuovo libro di Eva Cantarella, intitolato programmaticamente "Contro Antigone" (Einaudi), risulta interessante per più ordini di ragioni. Anzitutto per la prospettiva assunta dall'autrice nel valutare criticamente la figura di Antigone. Cantarella non ha alcun dubbio e lo scrive apertamente: sta con il sovrano Creonte contro Antigone. E risolve unilateralmente la contraddizione tra potere politico e legge della famiglia che Hegel aveva a suo tempo proclamato irrisolvibile. Come è noto, per Hegel, Antigone e Creonte hanno entrambi ragione e torto, poiché rivendicano unilateralmente la potenza rispettivamente della famiglia e del potere politico. Per Cantarella non vi è dubbio: è nel vero Creonte. Se analizziamo il testo alla luce dello spirito del nostro tempo, notiamo che esso pare perfettamente ascrivibile alla costellazione neoliberale dominante: quella che non riconosce nulla di superiore se non un potere politico che in realtà non è altro se non la continuazione dell'interesse economico dei grandi gruppi multinazionali. Il Creonte neoliberale non rappresenta altro se non lo Stato poliziotto al servizio del mercato o, avrebbe detto il vecchio Marx, il comitato d'affari dei ceti dominanti. Lo stato neoliberale è quello che già da tempo pretende di annichilire il diritto della famiglia, all'occorrenza sottraendo anche i figli alla potestà genitoriale. Se tutto deve essere sottomesso all'ergonomico, allora la famiglia deve dissolversi in quanto comunità affettiva non economicamente determinata in senso utilitaristico. "Egoismo sociale" è la formula ossimorica utilizzata da Cantarella per delegittimare l'istituto familiare. In questo senso, l'ordine neoliberale, di cui il libro di Cantarella è effettivamente espressione, promuove le ragioni di Creonte contro Antigone. Non dimentichiamo, poi, che Antigone, come suggerisce il suo stesso nome ("colei che si oppone"), rappresenta anche la capacità di resistenza e di antitesi rispetto al potere, vuoi anche la facoltà dell'individuo di dire no al cospetto di un potere oppressivo. Anche questo aspetto tende a essere annichilito dallo Stato neoliberale e dai suoi dispositivi di controllo totale e totalitario, che fanno dell'individuo una semplice marionetta eterodiretta e passivamente indotta ad accettare le tetragone asimmetrie del potere stesso. Ancora una volta, Creonte vince su Antigone. Bisogna allora riconoscere a Cantarella di aver saputo cristallizzare con precisione lo spirito del nostro tempo, che sta con Creonte contro Antigone. Quanto a noi, non abbiamo alcun dubbio: nel tempo dello stato ridotto a guardiano del mercato, stiamo dalla parte di Antigone.
Di Diego Fusaro.
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