13 Gennaio 2024
“Ritratto in Armatura del Principe Marcantonio II Colonna” è un dipinto di 202 x 119 cm realizzato a Roma tra il 1573 ed il 1598 dal pittore italiano Scipione Gaetano Pulzone (Gaeta, 1540-42 circa– Roma, 1º febbraio 1598). Il quadro dal 1703 fa parte della collezione della famiglia Colonna e si trova oggi a Roma presso la Galleria Colonna (Palazzo Colonna Piazza SS. Apostoli n.66 Roma).
“Egli alto e svelto della persona, calvo in sin da giovinetto, gran fronte, viso lungo, occhi grandi, aspetto serio, tinte calde, lunghi mustacchi, portamento nobilissimo; grande intelligenza, raro valore, e cuor magnanimo... Prode condottiero di fanti e cavalli... ma anche valente capitano di mare... Il più grand'uomo del suo tempo, colonna saldissima del Cristianesimo, dell'Italia e di Roma: dal cui senno e valore deve la posterità riconoscere la grande vittoria.» (Alberto Guglielmotti nel “Marcantonio Colonna alla Battaglia di Lepanto” (1570-1573))
Marcantonio II Colonna (Lanuvio, 26 febbraio 1535 – Medinaceli, 1º agosto 1584) è stato un nobile, condottiero, ammiraglio e mecenate italiano e Primo Principe di Paliano, terzi Duca dello stesso, Primo Duca di Tagliacozzo. Nel 1577 fu nominato viceré di Sicilia; inoltre fu uno dei maggiori protagonisti della vittoria della battaglia di Lepanto assieme all’ammiraglio Giovanni d’Austria e detenne numerose cariche amministrative e militari nell'ambito dello Stato della Chiesa e dei domini spagnoli del sud-Italia.
Nacque il 26 febbraio 1535 nel castello baronale di Lanuvio (cittadina del Lazio chiamata in quel tempo Civita Lavinia) da Ascanio Colonna, Secondo Duca di Paliano e Conte di Tagliacozzo (fratello della poetessa Vittoria Colonna) e da Giovanna d'Aragona, nipote del re Ferdinando I di Napoli. Pochi giorni dopo la sua nascita, secondo una leggenda, un eremita, recatosi a visitare la madre, Giovanna, sostenne che si doveva attribuire al neonato il nome Antonio, in considerazione della sua futura grandezza, essendo egli destinato a compiere delle straordinarie imprese e a divenire il capo della casa Colonna. Fu così che sua madre, pur impressionata da quella profezia (quello era il suo sesto figlio, ed era quindi ben lontano dal diritto di primogenitura), lo chiamò Antonio, con il prenome Marco, in armonia con le tradizioni familiari.
In quel periodo, Pio V, dopo aver avuto notizie del saccheggio di Nicosia sull'isola di Cipro da parte degli Ottomani, nel 1571 fece appello ai sovrani e ai principi cristiani di tutta Europa per creare la Lega Santa al fine di contrastare la presenza dei turchi nel Mediterraneo. Come comandante della flotta pontificia venne nominato proprio il principe Marcantonio II Colonna. Dopo la partenza Marcantonio impegnò i Veneziani e gli Spagnoli a opporsi all'avanzata sia della flotta turca sia dei pirati. Ma il principe Gianandrea Doria Capo delle flotte spagnole rifiutò il comando del principe Colonna poiché quest’ultimo non era in buoni rapporti con lui. Molto tempo dopo Marcantonio inviò a Roma il duca Pompeo Colonna a fare rapporto al Papa, sia di quanto era avvenuto, sia del comportamento diffidente del comandante spagnolo. Successivamente durante l'imbarco delle truppe scoppiarono innumerevoli tumulti e risse tra i soldati italiani e spagnoli, tant’è, che lo stesso principe Marcantonio Colonna dovette più volte ricorrere alla clemenza del viceré Antoine Perrenot de Granvelle affinché la situazione non compromettesse il futuro dell’alleanza.
Nel 1571 nel Golfo di Corinto ebbe luogo la battaglia di Lepanto.
Il principe Colonna con la sua galea, la “Galeazza”, si trovava nella squadra di centro, alla destra dell’ammiraglio Don Giovanni d'Austria. Davanti a questa squadra, come davanti all'ala sinistra, si trovavano due delle sei galeazze veneziane, mentre dietro di essa si trovavano la squadra di riserva. Quando le galere furono disposte secondo l'ordine stabilito, Don Giovanni d'Austria e il principe Marcantonio Colonna scesero su due imbarcazioni, che li condussero, uno da una parte, uno dall'altra, lungo la linea della battaglia, a salutare e incoraggiare i combattenti. Dopo che i Turchi ebbero superato con notevoli danni la linea delle galee, il combattimento iniziò dall'ala sinistra, ma il punto focale era costituito dallo scontro fra i due schieramenti di centro ove si affrontarono le due ammiraglie. Intorno, o meglio agganciate a loro, la galea del Colonna, altre cristiane e navi turche. Qui si decisero, positivamente per le forze della Lega, le sorti dello scontro. L'ala sinistra nel frattempo aveva avuto ragione di quella destra turca; in soccorso all'altra ala cristiana si portarono alcune galere del centro, fra cui quella di Marcantonio, così il successo fu completo. La battaglia durò fino al tramonto. Alla fine i combattenti cristiani si ritirarono a Platea, ma purtroppo durante lo scontro il principe Marcantonio Colonna fu ferito al petto da due archibugiate. Sopravvisse, ma una mano gli restò storpia per tutto il resto della vita: gli fu così concessa una pensione.
Di Giovanni Conticelli.
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