13 Novembre 2023
Si intitola "Deep Blue - Cianotipi di biodiversità artificiale", la mostra romana delle fotografie di Olmo Amato dedicate al "futuro simbiotico tra intelligenza artificiale e natura", esposte dal 16 novembre al 15 gennaio del prossimo anno nella galleria 28 Piazza di Pietra. Curata dallo stesso autore e da Francesca Anfosso, l'esposizione vuole, in modo innovativo e provocatorio, sfidare i confini tra l'arte e la scienza, esplorando il potenziale dell'Intelligenza Artificiale e ponendo riflessioni sulle sfide incombenti dell'umanità. Il lavoro innovativo del fotografo crea un connubio affascinante tra l'analogico e il digitale, il biologico e l'artificiale. Amato, che ha un background accademico in neurobiologia e una passione per l'arte, realizza un'opera che sfida la nozione tradizionale di fotografia. L'esposizione, che raccoglie oltre 50 fotografie, offre uno sguardo unico su come le macchine apprendano a interagire con la natura e si integrino con essa. Queste "forme di vita ibrida," nate dalla simbiosi tra biologia e tecnologia, rappresentano una nuova era per il nostro pianeta, con conseguenze che vanno oltre il mondo dell'arte. "Deep Blue" è anche una riflessione critica sul futuro dell'umanità. Amato invita il pubblico a considerare come le scelte avranno un impatto significativo sul nostro futuro e afferma: “All’alba del terzo millennio, nell’era geologica dell’Antropocene, siamo chiamati ad affrontare urgenti problematiche globali. Il tipo di relazione che instaureremo con la tecnologia e con l’intero ecosistema rappresenterà la chiave per il futuro della nostra specie”. I cianotipi sono creati da materiale generato con strumenti di intelligenza artificiale e stampati mediante l’uso di un’antica tecnica fotografica analogica del ‘800. Immagini sintetiche, figlie di astratti processi di calcolo, riscoprono la loro dimensione fotografica attraverso l'interazione con la luce e la materia. Le opere raffigurano diverse specie immaginarie dove apparati radicali elettronici, processori fungini e neo-piante sono i protagonisti; un erbario fantastico ispirato alle micrografie scientifiche e al celebre lavoro della botanica e fotografa Anna Atkins. Le stampe sono accomunate, oltre che dal caratteristico colore blu anche dall’elemento circolare che racchiude gli esemplari e che richiama sia l’oculare del microscopio e sia le piastre di Petri, tipici supporti per la coltivazione di cellule in laboratorio. Le opere sono allestite in un circuito di relazioni biologiche. L’esposizione è inoltre arricchita da un’installazione che illustra varie fasi del processo di realizzazione del progetto, dalla raccolta di idee e di sviluppo creativo fino alla realizzazione dei cianotipi. "Deep Blue" unisce tecnologie all'avanguardia e antiche tecniche di stampa per creare una nuova biodiversità artificiale, che racconta una prospettiva affascinante e alternativa del nostro pianeta. Con questa mostra, Amato riesce a dimostrare ancora una volta la padronanza delle tecniche di manipolazione digitale e di stampa. La sua passione per la sperimentazione fotografica apre portali verso mondi futuribili, invitando gli spettatori a esplorare l'intersezione tra la creatività umana e il potenziale illimitato della tecnologia. Per rappresentare una visione avvincente di un futuro in cui arte e tecnologia danzano sulla soglia di nuovi orizzonti. Amato è laureato in neurobiologia, all’Università La Sapienza di Roma. Parallelamente agli studi universitari, si dedica alla fotografia e alla sperimentazione di tecniche di manipolazione digitale e di stampa. Fotografo e filmaker, dal 2012 si occupa di stampa fine art, post-produzione e didattica. È docente di fotografia a Roma presso l’Iowa State University, il Pantheon Institute e il Centro di Fotografia Sperimentale Adams. Dal 2019 tiene seminari e workshop sulla relazione tra fotografia, percezione visiva e neuroscienze. Dal 2020 è direttore artistico del concorso fotografico Passepartout Photo Prize. Nei suoi lavori fotografici combina attraverso il fotomontaggio foto d’epoca, scatti originali e materiale generato artificialmente. Con le sue opere, selezionate in festival, gallerie e fiere d’arte contemporanea, ha vinto il premio Setup 2018 come miglior artista under 35, il Premio MalamegiLab 2018 e il premio fotografico Tiziano Campolmi 2019.Ha esposto tra gli altri al Museo Civico Fattori, Livorno, all’Istituto italiano di cultura di Praga, al Praga Photo, e al Maaac Museo Arte Moderna Area Archeologica Cisternino. Insieme a Samuele Sestieri, ha scritto e diretto il film “I Racconti dell’Orso”, selezionato in concorso al 33° Torino Film Festival al Rotterdam International Film Festival 2016 e numerosi altri festival internazionali.
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