27 Settembre 2023
Depero Ph Nicola Neri
In programma a Palazzo Medici Riccardi dal 28 settembre 2023 al 28 gennaio 2024, promossa dalla Città Metropolitana di Firenze, su progetto del Museo Novecento, curata da Sergio Risaliti e Eva Francioli, e organizzata da MUS.E.Nasce, la nuova mostra Depero. Cavalcata fantastica. Una mostra a Palazzo Medici Riccardi a cura di Sergio Risaliti e Eva Francioli raccoglie per la prima volta un’attenta selezione di opere di un indiscusso maestro dell’arte del Novecento, che ha saputo coniugare l’elemento popolare a una fervida immaginazione figurativa, la grafica da fumetto a quella dei cartoni animati, temi della contemporaneità a motivi tradizionali come quello del cavallo, che attraversa la storia dell’arte fin dall’antichità. La ricerca di nuove forme espressive si accompagna ad una grande curiosità nella sperimentazione di nuove tecniche, molte delle quali visibili in mostra, che l’artista padroneggia magistralmente: dai disegni ai collage, dai dipinti alle tarsie in panno, le opere di Depero anticipano molte delle innovazioni novecentesche. Il dipinto fu donato dall’ingegnere navale Alberto Della Ragione al Comune di Firenze all’indomani della terribile alluvione del 1966, insieme ad altre 240 opere della sua celebre collezione divenute poi il nucleo fondante dell’attuale Museo Novecento. L’opera, rivelatrice di un’apertura di Alberto Della Ragione alle sperimentazioni delle avanguardie circoscritta alle esperienze del cosiddetto Secondo Futurismo, si offre come pretesto per presentare a Firenze la carica innovativa di Fortunato Depero e della sua celebre produzione. All’interno del palazzo dove i Medici ospitarono nel XV secolo gli innovatori del proprio tempo, vengono riunite per la prima volta 47 opere, tra cui alcuni capolavori provenienti dal Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, che possiede una imponente collezione di opere che l’artista donò al Comune di Rovereto prima della sua morte, in parte esposte nella Casa d'Arte Futurista Depero.
“La storia del Futurismo è percorsa da tensioni che hanno coinvolto i suoi artefici da collocare, anche con responsabilità storiche puntuali, in un contesto preciso: il bellicismo e l'adesione al fascismo. Fortunato Depero appartiene a un movimento che ebbe contatti internazionali e trasversali, ad esempio con il futurismo russo, e le sue intuizioni e opere sono state foriere di maturazioni artistiche e comunicative affidate alla fruizione, alla contemplazione e, in alcuni casi, all'utilizzazione di tutti. Nell'ambizione della “ricostruzione futurista dell'universo", che Depero e Balla desideravano “coloratissimo e luminosissimo” perché bisognava “portare l'arte nella vita”, Depero fu immaginifico e coloratissimo. Ha nobilitato l'incontro tra arte e pubblicità, bizzarria apparente nel design e nell'architettura, superando lungo la sua vita (1892-1960) la frontiera italiana ed esplorando con frutto, negli Stati Uniti (dove al contrario che in Italia i grattacieli erano già realtà), la passione originaria per la scultura e la pittura. La mostra che proponiamo in Palazzo Medici Riccardi ci aiuta ad entrare nel suo mondo che, senza saperlo, fa parte molto del nostro”, ha dichiarato il sindaco della Città Metropolitana di Firenze Dario Nardella.
“Fortunato Depero – ricorda Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento – è uno dei massimi rappresentanti del Futurismo, tra le più importanti avanguardie del ventesimo secolo che, partendo dall’Italia, ha influenzato largamente il mondo dell’arte occidentale. Tra i protagonisti di quella rivoluzionaria avventura, assieme ad artisti e letterati del calibro di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini, nonché del fondatore Filippo Tommaso Marinetti, Depero esplorò le nuove possibilità del linguaggio plastico e visivo, finalmente liberato dai vincoli dell’Accademia e della tradizione figurativa, per indagare i nuovi orizzonti dell’arte in un’epoca di mutamenti scientifici, tecnologici e sociali tanto profondi quanto irreversibili. Depero non fu solo pittore di grande fantasia e immaginazione, ma grande genio creativo, poliedrico e a tutto tondo, in grado di spaziare tra scenografia, tessitura, design industriale e pubblicità. Possiamo quindi dire che abbia anticipato ricerche che si radicano financo nei nostri tempi, mostrando una vocazione, mai paga, alla riunificazione di arte e vita. In mostra vedremo opere straordinarie come I miei Balli Plastici che furono anche opera per il teatro; arazzi come Cavalcata Fantastica; testimonianze delle sue collaborazioni con Clavel e Casella e del suo interesse per il mito della velocità; la sua fascinazione, infine, per la grande metropoli di New York, in cui approdò intorno alla fine degli anni Venti. Merita ricordare che questo progetto espositivo, come altri nasce, da una costola del Museo Novecento, che di Depero conserva un assoluto capolavoro, quel Nitrito in Velocità a cui viene oggi affiancato un disegno preparatorio di collezione privata. Ringrazio il Museo Mart di Rovereto e il suo presidente Vittorio Sgarbi per aver concesso importanti prestiti e i collezionisti privati che, con la loro generosità, hanno arricchito di valore scientifico questa mostra, la Città Metropolitana e tutti i suoi collaboratori per aver convintamente ospitato la Cavalcata fantastica di Fortunato Depero, assieme a tutto lo staff di MUS.E e del Museo Novecento”.
Prendendo spunto dalle due versioni del Nitrito in Velocità, la mostra si snoderà attraverso i diversi ambienti espositivi di Palazzo Medici Riccardi, dando vita a una vivace partitura cromatica concettualmente articolata attorno a tre nuclei tematici principali. La prima parte della mostra sarà dedicata agli studi per scenografie, bozzetti e figurini, che nell’opera di Depero sono abitati da modernissimi pupazzi, burattini e marionette come quelli della Commedia dell’arte e del teatro di piazza. Le opere esposte consentiranno di interrogarsi su come le arti visive e le arti sceniche si siano reciprocamente influenzate negli anni delle avanguardie storiche e su come questo dialogo abbia rappresentato un fondamentale spunto anche per esperienze successive. Fondamentale in tal senso, per una città come Firenze, è ovviamente il rimando al Maggio Musicale Fiorentino e all’intenso dialogo da esso istituito con gli artisti visivi a partire dagli anni Trenta. Le collaborazioni teatrali di Depero furono intense e importanti, come quelle con i Ballets Russes dell’impresario Sergej Djaghilev, per il quale immaginò scene e costumi per Le chant du rossignol, tratto da una fiaba di Hans Christian Andersen, su musiche di Igor Stravinskij: progetto accantonato dall’impresario russo, forse anche per il carattere troppo rigido e complesso dei costumi che rischiava di intralciare i movimenti dei ballerini. Celebre è inoltre la sua produzione di teatro d’avanguardia I miei Balli Plastici che, nel 1918, andò in scena a Roma con automi in legno in sostituzione degli attori. Una seconda parte della mostra sarà idealmente incentrata sulla lavorazione degli arazzi, attività che trova proprio a Firenze uno dei principali centri di diffusione. In mostra sarà possibile ammirare numerose “tarsie in panno”, tra cui spicca la maestosa Cavalcata Fantastica, espressione della grande varietà di tecniche esplorate dall’artista nel corso della sua vita. Un’ultima sezione presenterà infine un approfondimento sui temi della meccanizzazione del movimento e sul mito del progresso, all’origine di molte opere di Depero, che nel 1915 dichiarò insieme a Balla, nel manifesto Ricostruzione futurista dell’universo: “Un’analogia profonda esiste fra le linee-forze essenziali della velocità e le linee-forze essenziali d’un paesaggio. Siamo scesi nell’essenza profonda dell’universo, e padroneggiamo gli elementi. Giungeremo così, a costruire l’animale metallico”. Il mito della velocità e della civiltà meccanica porta quindi l’arte e l’umanità a riconoscersi in una nuova era, fatta di potenza e vitalità meccanica.
Visita guidata alla mostra
La visita permette di conoscere e approfondire la poliedrica opera di Fortunato Depero, indiscusso maestro dell’arte del Novecento. Grazie all’individuazione di alcuni dei temi che hanno caratterizzato la sua produzione saranno messi in evidenza i sottili nessi della sua figura e del suo lavoro in area fiorentina e saranno evidenziate le peculiarità tecniche e stilistiche dei lavori esposti. Per le scuole secondarie di secondo grado: martedì ore 9.30 o 11. Per giovani e adulti: sabato e domenica ore 15
Depero: estro colorato
La mostra dedicata al grande maestro del Novecento, Fortunato Depero, peculiare interprete del Futurismo, sarà l’occasione per ripercorrerne la storia e riscoprirne lo stile inconfondibile e fantasioso. Al percorso fra le sale seguirà un atelier artistico, durante il quale sarà possibile realizzare la propria maschera teatrale grazie a un collage materico ispirato allo stile di Depero, utilizzando cartoncini e stoffe.
Intervento di Vittorio Sgarbi, Sottosegretario alla Cultura, Presidente del Mart
A Firenze si apre, in palazzo Medici Riccardi, la mostra su Fortunato Depero, curata da Sergio Risaliti. Il progetto muove dalla presenza, nelle collezioni del Museo Novecento, di Nitrito in velocità (1932 ca.), conservato nelle raccolte dei Musei Civici Fiorentini. Il dipinto fu donato da Alberto Della Ragione al Comune di Firenze all’indomani della terribile alluvione del 1966, insieme ad altre 240 opere della sua collezione. L’opera rivela l’attenzione di Alberto Della Ragione per le avanguardie del Secondo Futurismo e consente una riflessione sul collezionismo fiorentino. Depero concepisce dipinti come teatrini, abitati da modernissimi pupazzi, burattini e marionette come quelli della Commedia dell’arte e del teatro di piazza. Proprio alla passione dell’artista per il teatro è dedicata la parte più originale della mostra, con studi per scenografie, bozzetti e figurini, provenienti dal Mart di Rovereto. Le opere scelte dimostrano come le arti visive e le arti sceniche si siano reciprocamente contaminate negli anni delle avanguardie storiche. Fondamentale in tal senso, per una città come Firenze, è ovviamente l’attività del Maggio Musicale Fiorentino. Le collaborazioni teatrali di Depero furono intense e importanti, come quelle con i Ballets russes del grande impresario Djagilev. Nel 1918 firma le scene per i Balli Plastici in cui personaggi in legno sostituiscono i veri attori. Per Djagilev immagina scene e costumi per Le chant du rossignol, tratto da una fiaba di Hans Christian Andersen, su musiche di Igor Stravinskij – progetto accantonato dall’impresario russo, forse anche per la foggia troppo rigida e complessa dei costumi che rischiava di intralciare i movimenti dei ballerini. Ma vediamo l’itinerario sorprendente dell’artista. Nato a Fondo, vicino a Trento, il 30 marzo 1892, Depero arriva a Roma nel 1913 e conosce Giacomo Balla, Francesco Cangiullo e Filippo Tommaso Marinetti, ma resta fortemente impressionato da una mostra di sculture di Umberto Boccioni. Nel 1914 realizza una serie di disegni ispirati alla simultaneità e al dinamismo futurista. Nel 1915 entra nel movimento e a marzo firma, con Giacomo Balla, il manifesto che aprirà una nuova stagione del Futurismo: Ricostruzione futurista dell’Universo. Depero persegue un’arte totale, che coinvolge tutti gli ambiti dell’esistenza, dalla musica alle ricette di cucina, dalla moda al teatro, dal design alla pubblicità; crea assemblaggi di materiali diversi, che definirà «complessi plastici motorumoristi», che producono effetti sonori, visivi e tattili. Nel 1916 riceve nel suo studio romano l’impresario dei Balletti russi Sergej Djagilev, che gli commissiona la scenografia e i costumi per Le chant du rossignol, musicato da Stravinskij. Nel 1917 conosce il poeta svizzero Gilbert Clavel, con il quale soggiorna a Capri e per il quale realizza le illustrazioni di Un istituto per suicidi; in questo tempo Depero crea anche spettacoli teatrali ed elabora le prime idee del Teatro Plastico. Nel 1918 realizza un progetto teatrale con gli attori sostituiti da marionette di legno colorato: i Balli Plastici, uno spettacolo in cinque atti scritto con Clavel, che va in scena a Roma al Teatro dei Piccoli con musiche composte da Alfredo Casella, Francesco Malipiero, Béla Bartók e Gerald Tyrwhitt. Nel giugno del 1919 Depero torna a Rovereto; qui apre con la moglie Rosetta la Casa d’Arte Futurista Depero, dove si producono tarsie in panno, collages e oggetti d’arte applicata. Depero era una persona produttiva, «coi piedi per terra», e per nulla affascinato da aeroplani e nuvole. Il suo punto d’osservazione era paradossalmente più alto di quello raggiungibile con gli aeroplani futuristi: era stato nella città di New York e aveva toccato con mano “quel” futuro solo vagheggiato e teorizzato dai futuristi italiani. Nel 1931 pubblica il Manifesto dell’arte pubblicitaria futurista, già in bozza a New York nel 1929. Secondo Depero l’immagine pubblicitaria doveva essere veloce, sintetica, fascinatrice, con grandi campiture di colore a tinte piatte, per così poter aumentare la dinamicità della comunicazione. Nel 1932 espone prima in una sala personale alla XVIII Biennale di Venezia, e poi alla V Triennale di Milano. A Rovereto pubblica una rivista della quale usciranno solo cinque numeri nel 1933: «Dinamo Futurista». In seguito, nel 1934, le Liriche radiofoniche, che declamerà anche all’EIAR fascista (la Rai di allora). Molti saranno i futuristi di “terza generazione” ad andare in “pellegrinaggio” a Rovereto, come altri da D’Annunzio, protetto e locupletato dal fascismo (diversamente da me che esercito gratuitamente la funzione di presidente del Mart, e che non ho alcun interesse economico nelle iniziative che promuovo), per rendergli omaggio o per coinvolgerlo in qualche iniziativa. I principali committenti di Depero sono corporazioni, segreterie di partito, grandi alberghi, amministrazioni pubbliche, industrie locali. Le opere richieste sono eminentemente didascaliche, propagandistiche, decorative. Rispettosamente fasciste. Verso la seconda metà degli anni Trenta, a causa dell’austerità dovuta alla politica autarchica da lui condivisa, contribuisce al rilancio del buxus, un materiale economico a base di cellulosa, atto a sostituire il legno delle impiallacciature, brevettato e prodotto dalle Cartiere Bosso. Nel 1940 pubblica la sua autobiografia. Nel 1942 realizza un grande mosaico per l’E42 di Roma, mentre nel 1943 con A passo romano, cerca di dimostrare il suo allineamento sostanziale con il fascismo anche per ottenerne lavori e commesse. Nel 1947, in parte sponsorizzato dalle Cartiere Bosso, ritenta di riproporsi in America, ma la trova ostile al Futurismo perché ritenuto l’arte del fascismo. Nel 1949 torna quindi in Italia disilluso e dimenticato dall’antifascismo di regime. È la solita storia, come nelle proclamazioni di oggi. Ennio Flaiano scriveva: «i fascisti si son sempre divisi in due categorie: i fascisti e gli antifascisti». Agli antagonisti di Depero e agli opportunisti di oggi rispondeva Pasolini: «nulla di peggio del fascismo degli antifascisti». Per rimuovere l’accusa di fascismo, Fortunato Depero aderisce al progetto della collezione Verzocchi sul tema del lavoro, nella già fascista e poi comunista Forlì. Contestualmente (1955) entra in polemica con la Biennale di Venezia, accusata di censurare lui e il Futurismo, pubblicando il saggio Antibiennale contro le penose critiche politiche al Futurismo. La mostra fiorentina, ricca e lussureggiante, creerà stupore e meraviglia, per la versatilità di un artista la cui ispirazione è costante e di sempre libera e originale invenzione.
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