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Gianni Minà, "Una vita da giornalista": il documentario uscirà nelle sale italiane il 26 giugno come evento speciale

“Gianni Minà-una vita da giornalista”, diretto dalla moglie Loredana Macchietti, rimarrà nei cinema per tre giorni

23 Giugno 2023

Gianni Minà, "Una vita da giornalista": il documentario uscirà nelle sale italiane il 26 giugno come evento speciale

Gianni Minà, fonte: imagoeconomica

L’uscita di un documentario su Gianni Minà, scomparso lo scorso 27 marzo a 85 anni, è una grande occasione per approfondire ancora meglio uno dei più grandi esponenti del giornalismo italiano ed internazionale, non soltanto per gli appassionati della materia redazionale, ma anche e soprattutto per chi lo aveva soltanto sentito nominare ed ha finalmente l’opportunità di confrontarsi con la sua figura per la prima volta (qui il trailer del documentario).

“Gianni Minà-una vita da giornalista”

Il documentario su Gianni Minà è stato diretto e supervisionato interamente dalla moglie, Loredana Macchietti, e approderà nelle sale italiane come evento speciale, rimanendo sui grandi schermi unicamente per tre giorni, da lunedì 26 giugno sino a mercoledì 28, distribuito da Zenit Distribution e prodotto da Rai Cinema, in collaborazione con il Ministero della Cultura e della Film Commision Torino-Piemonte.

Cinema, sport, musica e politica: un giornalista “totale”

La pellicola racconterà i sessant’anni della carriera del giornalista torinese, partito come cronista sportivo sulle pagine di Tuttosport (di cui poi diverrà direttore negli anni Novanta) per poi, una volta trasferitosi a Roma all’inizio degli anni Sessanta, iniziare a lavorare per la Rai, per cui ideò programmi che hanno fatto la storia della televisione nostrana, su tutti Blitz, andato in onda tra il 1981 e il 1984.

Rimangono tuttora memorabili le sue interviste con i più grandi personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e della politica: tra i tanti vanno assolutamente menzionati il leggendario pugile Cassius Clay/Muhammad Alì, ma anche Diego Maradona, di cui Minà era amico personale, gli scrittori latinoamericani Gabriel Garcia Marquez e Luis Sepùlveda, attori come Robert De Niro e Gianmaria Volontè, sino alla storico incontro con il leader cubano Fidel Castro.

Anche tra gli intervistati chiamati in causa per raccontare il loro rapporto con Minà, sia come collega di lavoro che come amico di lunga data, troviamo nomi altisonanti come quelli di Edoardo Vianello, Carlo Freccero, Renzo Arbore e Bruno Bozzetto.


La sinossi dell’opera 


Il docufilm si basa su “una chiacchierata” con Minà mentre percorre su una Fiat Cinquecento bianca le strade di città che hanno segnato la sua professione e intrecciato la sua vita: Torino, Roma, Napoli, Palermo.

L’automobile diventa così un espediente, un mezzo spazio-temporale che ci permetterà di andare nella città natale del giornalista negli anni ’50 dove Minà adolescente viveva o a New York dove Isabella Rossellini racconterà la sua esperienza di assistente del giornalista e di giovane traduttrice per la Rai Corporation quando lavorava per “La storia della boxe”.


Il racconto si dipanerà in capitoli divisi in decenni, dagli anni Cinquanta ai giorni nostri e si andranno a riscoprire tutti i posti dove si è svolta la sua storia di giornalista, dagli esordi, alla sua affermazione. E incontreremo lungo il viaggio anche i testimoni di un’epoca: artisti, amici, intellettuali che ci aiuteranno a capire l’evoluzione (o l’involuzione) dell’informazione in Italia. 

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