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Il “Ritratto di donna Franca Florio”, la “Regina di Sicilia”, di Giovanni Boldini

Per dipingere la figlia del barone Jacona della Motta di San Giuliano e di Costanza Notarbartolo di Villarosa, nonché moglie di Ignazio Florio jr, il pittore ferrarese si trasferì immediatamente da Parigi a Palermo

06 Maggio 2023

Il  “Ritratto di donna Franca Florio”, la “Regina di Sicilia”, di Giovanni Boldini

Il “Ritratto di donna Franca Florio” è un dipinto a olio su tela 221x119,4 cm di Giovanni Boldini (Ferrara 31 dicembre 1842 - Parigi 11 gennaio 1931). Firmato e datato al 1924, fu però realizzato dall'autore nel 1901 e variamente ritoccato fino alla versione definitiva degli anni venti.


La pennellata rapida ed eccentrica di Giovanni Boldini qui immortala donna Franca Florio, altrimenti nota come «regina di Sicilia». Discendente di una famiglia dell'aristocrazia siciliana - era la figlia del barone Jacona della Motta di San Giuliano e di Costanza Notarbartolo di Villarosa - ed entrata per matrimonio nella più ricca famiglia dell'imprenditoria dell'isola, donna Franca era l'indiscussa regina di tutti gli appuntamenti del bel mondo palermitano: parlava fluentemente quattro lingue e la sua intrigante bellezza ed eleganza avevano sedotto centinaia di uomini, primi tra tutti Gabriele d'Annunzio e Guglielmo II di Germania, per i quali era rispettivamente l'«Unica» e la «Stella d'Italia». Affascinante icona della Belle Époque, donna Franca era anche un'abile imprenditrice e, aiutando il marito Ignazio Florio negli affari di famiglia, contribuì ad accrescere lo splendore del casato Florio e ad aumentare il prestigio internazionale della sua regione natia, la Sicilia.


Nel 1901 Ignazio Florio commissionò a Giovanni Boldini, il pittore ferrarese che si era dedicato con successo crescente a ritrarre la mondanità parigina, un dipinto che immortalasse degnamente la radiosa bellezza ed eleganza della moglie. Boldini, artista animato da un'effervescente vocazione alla mondanità, non se lo fece ripetere due volte e nello stesso anno si trasferì da Parigi a Palermo, dove fu ospite dei Florio, realizzando così il ritratto. La versione originale dell'opera raffigurava donna Franca fasciata da un regale abito da sera nero impreziosito da vari ricami dorati, munito anche di maniche lunghe con intarsi ai polsi. In seguito a vari ripensamenti, Boldini sarebbe intervenuto sulla tela altre due volte, inserendovi una seggiola e scoprendo le braccia della nobildonna, aggiornando il vestiario alla moda degli anni venti. Si dice che  
quando la signora era appena andata via dal suo studio Boldini decise di farsi prendere la mano dalla fantasia. Rifece il ritratto di donna Franca, non castigato come il marito gli aveva commissionato, ma come la sua bellezza meritava: lunghe gambe coperte da calze nere e le giarrettiere a tenerle su. 

Quel giorno, sul suo diario, Boldini avrebbe appuntato: “Giornata memorabile”.

Le analisi a raggi X hanno accertato che del dipinto esiste una sola versione, rinnegando così una certa aneddotica secondo cui Ignazio Florio, oltraggiato dalla valenza osé della tela attuale (considerata erroneamente la «prima versione»), commissionò all'artista un altro dipinto, stavolta meno provocante, con l'allungamento della veste e l'alzata della spallina. Questa «seconda versione», esposta a Venezia e documentata da un'unica foto superstite, stando alla biografia tradizionale sarebbe poi andata misteriosamente perduta. In seguito ad alcuni accertamenti condotti nel 2017 dagli studiosi dell'Universita’ La Sapienza di Roma tuttavia, è stato possibile smentire definitivamente questa versione dei fatti, accertando che in realtà il “Ritratto di donna Franca Florio” non è altro che una stratificazione di tre versioni diverse sullo stesso supporto.


La tela, esposta alla Biennale di Venezia nel 1903, fu dunque portata a compimento solo nel 1924: in quell'anno, tuttavia, il casato dei Florio stava soffrendo un atroce tracollo economico ed era perciò impossibilitata all'acquisto. Boldini, pertanto, si ritrovò costretto a vendere la tela nel 1927-28 al Barone Rothschild, che la porto con sé in America. L'opera fu dunque rimessa in vendita da Christie's dai discendenti di Rothschild il 1º novembre 1995, per poi ricomparire sulle aste il 25 ottobre 2005, quando fu battuta da Sotheby's a New York e acquistata per la cifra di ottocentomila euro dalla Società Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone, titolare di diversi alberghi di lusso in Sicilia. Fu in questo modo che il “Ritratto di donna Franca Florio” — anche se precluso al pubblico — ritornò a Palermo, ed esposto in una sala del Grand Hotel Villa Igea, antica residenza dei Florio.


Nel 2017 il “Ritratto di donna Franca Florio“ è stato nuovamente messo all'asta, nell'ambito delle procedure di liquidazione degli arredi artistici e antiquariali degli alberghi della società di Caltagirone, fallita in quell'anno. Sono state avviate numerose campagne di sensibilizzazione e crowdfunding, promosse anche da personalità come Nello Musumeci - ex governatore della Regione Siciliana e attuale Ministro per il Sud nel Governo Meloni- ed il critico d’arte ed attuale sottosegretario alla cultura nello stesso governo Vittorio Sgarbi, per acquistare il “Ritratto di donna Franca Florio” e ricondurlo a Palermo, evitando che l'opera finisse di nuovo dimenticata in una qualche collezione privata. Il 30 aprile l'offerta vincente di 1 milione e 133mila euro è stata effettuata dai marchesi Marida e Annibale Berlingieri. Gli attuali proprietari hanno esposto l’opera nel 2018 a Villa Zito (Via Libertà n.52 Palermo) e si dice vogliano definitivamente collocarla ed esporla presso un’altra loro proprietà’, Palazzo Branciforte-Lanza  di Mazzarino, sempre a Palermo nella Via Maqueda n.383.

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