11 Marzo 2023
“L’Urlo” (“Skrik”) è il nome dato ad una serie di celebri dipinti realizzati dal pittore norvegese Edvard Munch (Løten, 12 dicembre 1863 – Oslo, 23 gennaio 1944)..
Il dipinto riprodotto nella foto, oggi esposto al Munch Museum di Oslo, Norvegia e realizzato nel 1910 a tempera su pannello 83 x 66, è l’ultimo di una serie di tre iniziata nel 1893, continuata nel 1895 - versione questa battuta da Sotheby’s nel maggio 2012 per poco meno di 110 milioni di €- che ha origine in un episodio autobiografico che il pittore così riassume: «Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto a una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura... E sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.»
Il celebre dipinto del Munch Museum ha da tempo mostrato segni di deterioramento. Un team di ricercatori internazionali ha identificato la ragione principale di questo deterioramento: il respiro degli spettatori. Il team ha scoperto che Munch utilizzava un tubo miscelato di vernice giallo cadmio, che può scolorire e scheggiarsi se esposto anche a bassa umidità. Grandi gruppi di spettatori che respirano sull'opera d'arte hanno portato a colori sbiaditi su parti del dipinto.
Il professor Koen Janssens dell'Università di Anversa (Belgio) ha detto in una dichiarazione citata da The Guardian:
“Si è scoperto che invece di usare il solfuro di cadmio puro come avrebbe dovuto fare, apparentemente ha anche usato una versione sporca, una versione non molto pulita che conteneva cloruri. Non penso che sia stato un uso intenzionale, penso che abbia solo acquistato una qualità di vernice non molto elevata. Era il 1910 e a quel punto c’è già l'industria chimica che produce i pigmenti chimici, ma ciò non significa che abbiano il controllo di qualità di oggi.”
Questo team di scienziati provenienti da Belgio, Italia, Stati Uniti e Brasile ha precedentemente scoperto vari fattori che contribuiscono al deterioramento delle opere d'arte. I loro test preliminari sulla riduzione dell'esposizione del dipinto alla luce hanno rivelato che la luce non era in realtà molto dannosa. A febbraio di quest’anno hanno scoperto che il tipo di vernice usata da Munch poteva essere responsabile dello scolorimento del dipinto.
Di Giovanni Conticelli
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