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Maggio musicale Fioretino, la Giunta Regionale Toscana comunica lo stato di crisi

Il presidente Eugenio Giani ha svolto in Aula una comunicazione sullo stato di crisi economica finanziaria della Fondazione. Il dibattito, con gli interventi di Silvia Noferi (M5S), Luciana Bartolini (Lega), Giovanni Galli (Lega), Francesco Torselli (FdI) e Marco Stella (Forza Italia). Approvati due dei quattro ordini del giorno collegati, presentati da Fratelli d’Italia

08 Marzo 2023

Maggio Musicale Fiorentino

Maggio Musicale Fiorentino

Giorni non particolarmente felici per il Maggio Musicale Fiorentino, la principale istituzione musicale fiorentina e toscana, che è stata nei passati giorni oggetto di dibattito riguardo le dimissioni del direttore Alexander Pereira indagato per spese sostenute e poste a carico della fondazione. Pereira ha rassegnato le sue dimissioni da sovrintendente della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino in una lettera inviata al sindaco Dario Nardella, anche presidente della Fondazione e ai Consiglieri d’Indirizzo.  Di seguito riportiamo il testo della lettera del direttore:

Caro Presidente Dario Nardella, cari membri del Consiglio d’Indirizzo,
mi dispiace di dover annunciare che mi dimetto come Sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino. Quando Dario mi ha dato l’Incarico alla fine di 2019, io pensavo di fare il possibile da una situazione impossibile. Forse l’impossibile era di pensare che si può portare la Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino a un livello artistico di fama internazionale con un debito di 57 milioni di euro con un orrendo problema di cassa e con una necessità di creare un utile intorno a 3,5 milioni di euro tramite programmazione artistica, biglietteria e ricerca sponsor in mezzo di una pandemia. Questa era la ragione, per cui mi ha scelto Dario Nardella e in ogni consiglio d’indirizzo questo impegno per la futura qualità del teatro era prioritario. Valutando i risultati dell’ultimo anno e specialmente degli ultimi 6 mesi, posso constatare con orgoglio che siamo riusciti ad arrivare a questo livello artistico. Abbiamo aperto la Sala Mehta con Fidelio con Zubin Mehta, abbiamo vinto il premio Abbiati con il Ritorno d’Ulisse in Patria nella regia di Robert Carsen, che il teatro non vinceva da 17 anni e anche l’apertura della Sala Grande con Don Carlo diretto da Daniele Gatti e la prima di Doktor Faust con la regia di Davide Livermore, visitata da più di 100 critici e giornalisti da tutto il mondo. Queste sono forti testimonianze di questo sviluppo artistico, che hanno messo Il Maggio Musicale Fiorentino tra i primi teatri d’Europa. E oltre a ciò aggiungo anche tanti altri titoli d’opera e ovviamente i tanti concerti sinfonici con grandi direttori. Sfortunatamente con l’inizio del mio mandato è cominciata la pandemia che non solo ha bloccato le presenze del pubblico ma ha anche reso la ricerca per gli sponsor molto difficile. Ma nonostante questo sono comunque riuscito a portare 9,7 milioni di euro di sponsorizzazione. Finalmente anche la biglietteria dà segnali molto incoraggianti, perché rispetto all’anno 2022 nel primi 4 mesi del 2023 abbiamo aumentato la biglietteria a 1.200.000 € lordi. L’anno 2022 è stato particolarmente difficile non solo a causa della pandemia ma anche per la guerra in Ucraina che ha portato un aumento delle bollette e ciò ha fortemente alzato i costi dell’Infrastruttura. La vera ragione per la mia dimissione è un fatto personale. A parte di avere un compito molto difficile, di essere allo stesso momento sempre attaccato dall’interno del teatro e dall’esterno, specialmente dalla stampa. Cosi non ho avuto mai un momento di tranquillità, e questa situazione mi ha fatto perdere 20 chili e mi ha anche portato a un momento di crisi di salute all’inizio di dicembre. Ho avuto grande armonia dalla parte del pubblico e dagli artisti che mi hanno sempre sopportato, ma le forze che hanno lavorato contro di me, non hanno mai voluto prendere in considerazione questa posizione del pubblico e degli artisti. Mi dispiace che dopo aver lavorato tanti anni nei grandi teatri a Vienna, Zurigo, Salisburgo e Milano, questa esperienza a Firenze è diventata così triste, tanto che non mi sento più continuarla. Voglio ringraziare a tutti che mi hanno dato Il loro amore e entusiasmo artistico per creare questo bellissimo teatro, che potrebbe essere uno dei migliori del mondo con il giusto supporto che merita.
Un cordiale saluto.

Alexander Pereira

A seguito di queste dimissioni il Maggio Musicale ha indicato come nuovo sovrintendente Onofrio Cutaia
Il candidato sarà ora sottoposto al ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano

"Sulla base dell’articolo 9 dello Statuto, il Consiglio di Indirizzo del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dopo aver analizzato i curricula di una terna di potenziali candidati, indica all’unanimità come candidato da sottoporre al Ministro della Cultura, per quanto di sua competenza, il dottor Angelo Onofrio Giustino Cutaia, attuale dirigente al Ministero della Cultura. Il Consiglio di Indirizzo ha ritenuto di decidere in questo senso per garantire in tempi rapidi la piena operatività del teatro. Il Consiglio di Indirizzo si rimette con il massimo spirito di collaborazione alla decisione del Ministro cui spetta la nomina del soprintendente".
La nomina di Cutaia, si legge ancora "è stata individuata all’interno di una terna di nomi che il presidente del Consiglio di Indirizzo Dario Nardella ha sottoposto ai consiglieri. Della terna, oltre a Cutaia, facevano parte Alberto Paloscia, musicologo, consulente artistico e già direttore artistico della Fondazione Teatro Goldoni di Livorno, e Marco Parri, attuale direttore generale dell’Orchestra Regionale della Toscana e presidente della Federazione Nazionale dello Spettacolo dal vivo presso l’Agis. Il presidente Nardella ha ringraziato tutti e tre i candidati per la disponibilità resa".

Il Consiglio di Indirizzo "ha invitato il sovrintendente dimissionario Pereira e il direttore amministrativo a esaminare qualunque opzione legittima di pagamento degli stipendi dei lavoratori del teatro che non intacchi il fondo di ricapitalizzazione, utilizzando cioè risorse che non sono riconducibili al fondo stesso. Il presidente ha infine annunciato che la Città Metropolitana di Firenze ha già impegnato la quota di contributo alla Fondazione per l’anno 2023 pari a un milione e 200 mila euro che sarà erogata nei prossimi giorni". La delicata questione del Maggio è stata oggetto di un Focus attraverso la comunicazione della Giunta regionale sullo stato di crisi economica finanziaria della Fondazione.

“Il Maggio musicale è un’opera pubblica che è costata allo Stato 260 milioni di euro”. Così il presidente Eugenio Giani ripercorre la storia del Teatro ricordando che, con l’allora Ministro Rutelli, Firenze optò per la realizzazione del nuovo Teatro comunale nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, a differenza delle altre città capitali (Roma e Torino) che, invece, fecero scelte diverse da quella fiorentina. Da qui la puntualizzazione del Governatore, che parla di istituzione nazionale importante, con una programmazione di livello, e che vede la Regione impegnata a contribuirne alle attività, come terzo soggetto, con 2milioni e 900 mila euro, a fronte dei 4milioni e mezzo della Città metropolitana di Firenze, e soprattutto al maggior sostegno, quello del Fondo unico per lo spettacolo (Fus). 

Accanto alla qualità del Maggio e alla programmazione di livello, però, è venuta in evidenza la situazione del comportamento del sovrintendente Pereira, già oggetto di due procedimenti, il primo avviso di garanzia per le spese di rappresentanza e il secondo per i 40milioni di euro per il ripiano del debito consolidato. Il presidente Giani, parlando della stretta collaborazione tra il sindaco Nardella, in qualità di presidente della Fondazione, e del ministro Sangiuliano, sottolinea come sia importante associare al futuro Sovrintendente o Commissario, anche la figura di un direttore artistico.  Ad aprire il dibatto Silvia Noferi (M5S), che parla di un “teatro bellissimo che ha tante potenzialità, ma che purtroppo sembra più una macchina per fare debiti anziché spettacoli di qualità”. Da qui l’excursus sui diversi sovrintendenti, fino ad arrivare alla gestione Pereira, in particolare al compenso di 240 mila euro, di gran lunga superiore a quello del Presidente della Repubblica, che “non è moralmente accettabile”; come non la sarebbe una eventuale consistente buonuscita, come – invece – si sta paventando. La consigliera conclude il proprio intervento sollecitando l’adozione di rigidi, efficaci e tempestivi strumenti di controllo.

“Sono soddisfatta della soluzione rapidamente individuata dal Ministro Sangiuliano”, esordisce durante il dibattito la consigliera Luciana Bartolini (Lega), che si sofferma sulla situazione del personale, in particolare per quando riguarda la garanzia della corretta riscossione degli stipendi, definendo la Fondazione “una istituzione che si regge in piedi quasi esclusivamente grazie al sostegno degli enti pubblici e che però vive al di sopra delle sue reali possibilità”. Da qui la necessità di intervenire presto e bene. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giovanni Galli (Lega), ricordando, che a proposito della grave situazione finanziaria nella quale versa l’Ente, lo scorso dicembre è dovuta intervenire la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze anticipando 800 mila euro per il pagamento degli stipendi al personale dipendente. “La Fondazione del Maggio musicale fiorentino deve configurarsi come una istituzione di elevata eccellenza nel panorama culturale del nostro paese e non il buco nero di Firenze – conclude Galli –. Quindi, anche per i necessari approfondimenti di merito, chiederemo l’accesso agli atti”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli richiede “una lettura degli eventi e un’analisi che ha portato alla situazione attuale”. Una situazione che “affonda le proprie radici nel passato prossimo, a partire dal 2010-11, dalla dottoressa Colombo a Francesco Bianchi, altro manager che ha poco a che fare con la lirica, dal dottor Chiarot, messo da parte troppo presto, a Pereira, che veniva da Zurigo, Salisburgo e Milano. Un nome che dava lustro, ma un personaggio di quel livello costa: porta sponsor, ma porta anche costi. Si affida alle più costose agenzie sul mercato, però Firenze non ha budget al livello di Zurigo e Salisburgo. Lungo questo iter – prosegue Torselli – non sono arrivati benefici agli orchestrali o ai coristi del Maggio, né alla qualità della programmazione. Si voleva un soprintendente da Champions League, peraltro arrivato a Firenze nella fase conclusiva della carriera. Oggi pensiamo che il nuovo sovrintendente, deve arrivare a Firenze non con la fama, ma con la ‘fame’. La Regione – conclude il capogruppo di Fratelli d’Italia – ha un ruolo fondamentale: il primo giugno, il presidente della Giunta si impegnava a dire che non avrebbe stanziato ulteriori contributi fino a che non si fosse fatta chiarezza sulle opportunità e congruità delle spese effettuate dal sovrintendente. A dicembre quali valutazioni sono state fatte per elargire altri 2milioni e 900mila euro? Sette giorni dopo è partita l’indagine della Procura. Da cittadino mi sento un po’ spaesato”.

“Di fondo rimane una domanda: perché Pereira è stato allontanato?”. Si chiede il capogruppo di Forza Italia, Marco Stella. “Se da un lato c’è una gestione artistica che viene definita incredibile, strabiliante, dall’altro il sovrintendente, su sollecitazione, è stato costretto a dimettersi. I gruppi di Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno evidenziato una gestione personale al limite del danno erariale, della non buona amministrazione e sarà la Procura a definirla. Ma il nominato dalla Regione dov’era? Il vicepresidente cosa controllava? La gestione Pereira è stata un disastro: non risana i bilanci, il Maggio accumula debiti. Nell’ultimo anno le opere incassano un milione e 500mila euro e costano 9milioni; i concerti costano 2milioni e incassano 800mila euro. E i contributi del privato non crescono. Non è vero che Pereira ha portato contributi. Il costo del personale non diminuisce, i botteghini non crescono, anche quando non c’è la pandemia. Il pubblico dal 2004 al 2022 ha messo 500milioni di euro. Il Maggio è una vera cattedrale culturale nel deserto, non viene mai riempito nei suoi 5mila posti. Il fallimento del Maggio musicale fiorentino – conclude Stella – è il fallimento del Partito democratico. La cultura deve produrre e può produrre utili. Chi ha controllato sui conti? L’eccellenza che c’è all’interno del Maggio è stata distrutta, sulla pelle dei lavoratori”.

Nella replica, il presidente Eugenio Giani rileva la qualità del dibattito in Aula, “utile nella franchezza e nella chiarezza in un momento cruciale in cui si stanno prendendo le decisioni rispetto alle modalità in cui il professor Cutaia sarà chiamato a gestire”. Esprime apprezzamento per “l’intervento della consigliera Noferi: il sovrintendente Chiarot svolgeva un’azione pedagogica molto importante, cercando un coinvolgimento della città”. Si ritrova “nelle parole della consigliera Bartolini, nell’analisi rigorosa del consigliere Galli”. Il vicepresidente del Maggio, Valdo Spini, dice ancora Giani, “ha tenuto una condotta di assoluta cautela e circospezione, anche nei momenti più ‘vanagloriosi’ della gestione Pereira. L’atteggiamento della Regione è stato il più distaccato anche nei momenti più delicati, lo ritengo molto positivo. Non condivido le considerazioni di Stella – conclude Giani –: Firenze e la Toscana devono osare, una struttura di quel genere dev’essere utilizzata in un sistema congressuale della città, avere una flessibilità d’uso analoga a quella che già ha il Mandela Forum. Raccolgo lo stimolo, voglio rendere l’orchestra del Maggio sempre più partecipe delle vicende culturali della Toscana. Quando dissi in quest’Aula ‘non gli diamo contributi’, la mia era un po’ una frustata, lo stimolo che in quel momento era giusto dare”.

A conclusione del confronto in Aula, il Consiglio ha approvato due dei quattro ordini del giorno presentati da Fratelli d’Italia: sulle “indicazioni da dare al rappresentante della Regione all’interno del Consiglio d’indirizzo – come ha spiegato il capogruppo Torselli –: il Consiglio regionale venga relazionato in merito alle iniziative per vigilare, affinché non si verifichi di nuovo quanto accaduto negli ultimi tempi”; riguardo alla richiesta rivolta al presidente della Toscana, di “informare sulle iniziative che la Regione vorrà prendere in futuro in merito alle due indagini aperte, a tutela dei propri interessi patrimoniali”. Respinti gli altri due atti di indirizzo, relativi alla richiesta di “vigilare attentamente su quanto annunciato dal sindaco della Città metropolitana sull’anticipo del contributo da un milione e 200mila per pagare gli stipendi di febbraio” e alla richiesta di “rivedere l’entità del contributo elargito dalla Regione, che lo scorso anno è stato di 2,9milioni di euro”.

Fondazione CR Firenze ringrazia il Presidente della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, Dario Nardella, e il Comitato di Indirizzo della stessa Fondazione per la richiesta avanzata al Ministero della Cultura di procedere con il commissariamento del teatro. “Questa decisione, che deve necessariamente passare da una collaborazione istituzionale, appare in questo momento la soluzione migliore per superare la situazione di stallo in cui verte il teatro” afferma il Presidente Luigi Salvadori. Un riconoscimento e apprezzamento in particolare vanno al lavoro svolto dal Consiglio di Indirizzo che ha saputo individuare all’unanimità la figura di Onofrio Cutaia.

“L’affidamento della gestione del teatro a un commissario – continua Salvadori – permetterà di tutelare la reputazione dell’Istituzione del Maggio Musicale Fiorentino e ancora più in generale della città. È poi fondamentale per consentire il pagamento degli stipendi ai 300 lavoratori del teatro e quindi dare un futuro a questa eccellenza”.

 

 

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