19 Dicembre 2022
Una nuova chicca delizierà gli appassionati della musica del geniale Frank Zappa, il compositore più pazzo della musica rock: si tratta di Waka/Wazoo, album d'archivio che raccoglie 4 ore e 20 minuti (durata indubbiamente non scelta per caso...) di prove, registrazioni alternative e performance dal vivo del periodo della cosiddetta trilogia jazz. Tracce incentrare dunque su quelle che si trovano nei due capolavori The Grand Wazoo e Waka/Jawaka: album in cui Zappa sperimentò con il formato inedito della "orchestra elettrica". Il disco ci permette di analizzare meglio questo periodo creativissimo.
Gli appassionati della musica del maestro di Cucamonga sanno che entrambi i dischi nascono da un incidente: durante un concerto nel corso di dicembre del 1971, Zappa fu spinto giù dal palco da un fan impazzito. Le ragioni sono poco chiare, ma sembra che l'assalitore pensasse che Frank stesse guardando maliziosamente la sua ragazza... Il che a ben vedere, potrebe anche essere vero, conoscendo il personaggio (erotomane).
Zappa finì così in sedia a rotelle. Durante la degenza, ascoltò moltissimo jazz: pare che fosse particolarmente impressionato dai lavori fusion di Miles Davies. Genericamente, lo stile compositivo di Zappa era troppo strutturato per andare d'accordo con la libertà improvvisazione del jazz, ma da avido e attento ascoltatore, Zappa trasse moltissime idee armoniche e musicali.
Ancora prima dell'incidente, Zappa stava evolvendo in una direzione differente da quella intrapresa a inizio carriera. Il rock demenziale dei Mothers of Invention, la sua prima band, non gli bastava più. Il monumentale capolavoro Hot Rats stava già andando nella direzione di una "musica totale", uno pasticcio cervellotico in cui le influenze stilistiche più disparate si univano in partiture enormemente complesse. Ma stavolta Zappa voleva fare le cose in grande: fu assunta allora una orchestra di 16 elementi, quasi tutti provenienti dall'area jazz, forniti non solo di strumenti classici (fiati, chitarra, flauto, violino e clarinetto) ma anche di una robusta dotazione elettronica: tastiere, amplificatori, distorsori.
Una vera e propria orchestra elettronica, composta da musicisti virtuosi (su di tutti il tastierista George Duke, che sarebbe divenuto uno dei collaboratori più longevi di Zappa) in grado di eseguire la musica complicatissima che Zappa aveva in mente, e di trascendere i generi. The Grand Wazoo divenne in effetti uno dei massimi capolavori del catalogo di Zappa, superando per qualità del suono e perfezione formale (anche se forse non per fantasia) i fasti di Hot Rats. Waka/Jawaka a confronto è il fratellino scemo e meno preferito, ma i due tour-de-force di Big Swifty e dell'eponima Waka/Jawaka sono comunque composizioni epiche e complessissime.
A cosa ci servono dunque le 4:20 ore di di Waka/Wazoo? Innanzitutto, a capire come Zappa lavorava e componeva. Le basi sono sempre costituite da improvvisazioni complicatissime e dissonanti, costituite su un canovaccio strutturato ma in cui è comunque concesso a ogni musicista di scatenare la propria inventiva. Da questo magma sonoro Zappa trae le idee creative per la composizione finale: si assiste a una raffinatissima dialettica tra partitura e improvvisazione. Che è responsabile per una qualità distintiva della sua musica: la fluidità metamorfica, che fa sì che le sezioni scritte suonino comunque freschissime e oblique, mentre quelle improvvisative conservano un chiaro elemento di complessità strutturale che fa capire che sono "pensate".
Ascoltando il marasma di jamming di altissimo livello di Waka/Wazoo riusciamo spesso a scorgere sezioni - magari piccole modulazioni su temi molto semplici - che poi il genio di Zappa avrebbe infiorettato e arricchito fino ad arrivare ai suoi arrangiamenti intricatissimi. Si intuisce anche che la parte "suonata" è considerata in qualche modo preparatoria rispetto al lavoro in studio: è di fronte al mixer che Zappa "aggiusta", corregge, sovrappone, assembla il materiale prodotto in sala prove. Una forma di dominio del caos controllato: che è anche un buon modo per descrivere la musica di Zappa in generale.
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