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Géricault, "La zattera della Medusa": non è la grandezza dell’impresa ma le scelte di chi la guida che determinano il successo

La rappresentazione del naufragio della fregata “Meduse”

05 Novembre 2022

Géricault, "La zattera della Medusa": non è la grandezza  dell’impresa ma le scelte di chi la guida che determinano il successo

"La zattera della Medusa" ("Le radeau de la Meduse") è un dipinto di 491x717 cm realizzato da Jean-Louis André Théodore Géricault (Rouen, 26 settembre 1791 – Parigi, 26 gennaio 1824) nel 1818-19 ed oggi esposto al Museo del Louvre di Parigi.

Completato quando l'artista aveva soltanto 29 anni, il dipinto rappresenta un momento degli avvenimenti successivi al naufragio della fregata francese “Méduse”, avvenuto il 2 luglio 1816 davanti alle coste dell'attuale Mauritania, a causa di negligenze e decisioni affrettate da parte del comandante Hugues Duroy de Chaumareys che, oltre a non navigare da circa venticinque anni, non aveva una buona conoscenza di quelle acque, cosa che portò la fregata ad incagliarsi sul fondale sabbioso. Oltre 250 persone si salvarono grazie alle scialuppe, le rimanenti 150, la ciurma, dovettero essere imbarcate su una zattera di fortuna, lunga 29 metri e larga 7, e di queste soltanto 15 fecero ritorno a casa.

Al contrario del comandante della “Meduse” Géricault fu molto accurato nelle proprie scelte e individuo’ il soggetto del suo primo grande lavoro in questa tragedia che stava avendo risonanza internazionale con il preciso scopo di alimentare l'interesse di un pubblico quanto più vasto possibile e per lanciare la sua carriera. Scrupoloso e attento ai dettagli, l'artista si sottopose ad un intenso periodo di studio sul corpo umano e sulla luce, producendo moltissimi disegni preparatori, intervistando due dei sopravvissuti e costruendo un modellino del naufragio. Come aveva previsto, il dipinto una volta esposto al Salon di Parigi del 1819 generò diverse controversie, attirando in misura uguale commenti positivi e feroci condanne. Solo in seguito venne rivalutato dalla critica, che lo riconobbe come uno dei lavori spartiacque destinati ad incidere di più sulle tendenze romantiche all'interno della pittura.

Di Giovanni Conticelli

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