22 Ottobre 2022
L’arte che è ricchezza per l’anima da sempre ha istituito, a volte volontariamente e molto spesso casualmente, un rapporto costruttivo con chi produce economia. Chi nei secoli passati gestiva il potere, e perciò la ricchezza, ben sapeva quanto importante era tessere un dialogo positivo con chi non veniva più considerato artigiano ma artista.
Circondarsi di opere d’arte divenne la maniera di dimostrare un nuovo tipo di potere: la cultura del bello che è privilegio dei pochi, di chi sa. Più importante però fu il volere, il pretendere di far nascere un filo grazie ad un positivo dialogo tra chi gestiva il potere e chi sapeva produrre arte.
Molteplici sarebbero i racconti tra grandi di quei due mondi, nacquero rapporti costruttivi che furono molto spesso utili per tutta la società, chi non ricorda i colorati dialoghi tra Papa Giulio II e Michelangelo Buonarroti ? Dimostrazione lampante di quanto divenne importante e quasi indispensabile questa laison culturale fu quando Francesco I Re di Francia, volle suo ospite con un appannaggio impressionante, Leonardo da Vinci che aveva la sola obbligazione di essere disponibile a interloquire, o meglio dire, far due chiacchiere con il Re.
Re che sapeva, quanto lui e perciò tutta la sua nazione, si sarebbe arricchita abbeverandosi a quella nuova limpida fonte.
Nei secoli lo scettro di produrre economia è passato all’industria; da un Cardinal del Monte, protettore e avido cliente di Caravaggio, si passò ad illuminati imprenditori, che divennero i nuovi collezionisti del mondo moderno. La legge dell’economia sempre più ha intessuto serrati dialoghi con il mondo dell’arte che spesso ne divenne ambasciatrice creando un fascino super partes.
Michelangelo fu inviato dal Papa a “ scoprire “ a Carrara le cave di marmo di proprietà dello Stato Vaticano, in opposizione commerciale a quelle della vicina Serravezza ad appannaggio della Repubblica di Firenze.
Oggi l’industria della moda, riproducendo alcune immagini di Andy Warhol su pregiati tessuti, sottolinea l’importanza dell’arte nel nuovo mondo dell’economia. La globalizzazione si avvale dell’insegnamento della storia.
Uno dei poli italiani che maggiormente dimostra capacità, qualità, ricerca, innovazione e attenzione ai movimenti del mercato, è quello di Sassuolo, la cui capacità imprenditoriale ne ha fatto il centro di eccellenza mondiale per la produzione di ceramiche.
Una delle più antiche fabbriche, nata nel 1741, Marca Corona da sempre ha nella sua storia intrapreso collaborazioni con gli artisti. Oggi ha presentato negli spazi della propria galleria-museo, ove espone, attraverso i propri manufatti la sua storia produttiva, un interessante e profondo lavoro artistico pregno di messaggi culturali, cercato, prodotto e diretto da Giuseppe Stampone .
L’artista ha creato questa opera contemporanea in condivisione con gli operai dell’azienda, a voler sottolineare quanta importanza hanno nella forza lavoro le idee, il dialogo e la collaborazione con la colonna portante dell’impresa : il lavoratore.
Sono esposte 21 opere create in condivisione tra il mondo dell’arte e quello del lavoro. Giuseppe Stampone ha, con la sua grande maestria, sottolineato quanto importante sia l’individualità di un’azienda che è forte se possiede armonia con tutta la propria struttura collettiva. Questa continuità storica con l’arte è qui dimostrata attraverso l’esposizione di questo “ Abecedario contemporaneo “ che straordinariamente sottolinea quanto il condividere, collaborare e costruire insieme, è la forza indispensabile per raggiungere il successo.
Successo in ogni campo e Marca Corona ne è oggi, con la presentazione di questo evento, plauso di tutti noi.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia