Ecco tutto quello che c'è da sapere su Maria Grazia Calandrone, vediamo chi è veramente: marito, biografia, poesie, libri, madre, madre, storia, frasi. Stiamo parlando di una poetessa, scrittrice, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice radiofonica italiana, con all'attivo una decina di opere.
Maria Grazia Calandrone, chi è: età, altezza, peso
Nome vero: Maria Grazia Calandrone
Luogo di nascita: Milano
Data di nascita: 15 ottobre 1964
Età: 58 anni
Altezza: non disponibile
Peso: non disponibile
Professione: poetessa, scrittrice, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice radiofonica
Segno zodiacale: Bilancia
Capelli: neri e ricci
Occhi: castani
Biografia e carriera
Maria Grazia Calandrone è nata a Milano e fin da bambina aveva una grande passione per la lettura. Il suo esordio letterario è avvenuto a 30 anni, nel 1994, con la silloge Illustrazioni. Ha anche intrapreso la carriera di giornalista, scrivendo sul manifesto e su la 27ora del Corriere della Sera. Dal 2010 ha poi iniziato a condurre programmi culturali per Rai Radio 3. Inoltre, ha collaborato con Unomattina Poesia (Rai 1), con Rai Cultura e Cult Book (Rai 3).
Da anni collaboro poi con l'attrice Sonia Bergamasco. Per lei ha composto i seguenti monologhi: la cimmia bianca dei miracoli e Pochi avvenimenti, felicità assoluta, lavoro dedicato alla memoria d'amore tra Robert e Clara Schumann e trasmesso in diretta dal Quirinale. La sua poesia è tradotta in molte lingue, tra le quali lo spagnolo e il francese.
Maria Grazia Calandrone, chi è: marito, figli, vita privata
Non si sa sulla vita privata di Maria Grazia Calandrone. Non sappiamo infatti se sia o meno sposata, chi sia suo marito (se ce l'ha) o se abbia mai avuto dei figli.
Maria Grazia Calandrone: madre, padre, famiglia e storia
Non sappiamo nemmeno tanto sulla storia della famiglia di Maria Grazia Calandrone. Da bambina, però, sappiamo che è stato al centro di un grave fatto di cronaca. I genitori, infatti, dopo averla abbandonata, si suicidarono. Quindi la donna è passata in adozione. E si è molto legata alla mamma adottiva, tanto che le ha dedicato una riunione. "Sono caduta nel Disamore a quattro anni, quando Madre rivelò Io non sono la tua Mamma Vera. Aveva letto sul giornale del suicidio di una diciottenne che, nel predisporre le carte per il proprio matrimonio, aveva scoperto d’essere stata adottata e si era tolta dalla vita. A quattro anni, non ero probabilmente prossima al matrimonio: quello di Madre fu uno scrupolo precoce. Nella leggenda famigliare sembra che io abbia reagito alla Notizia gigantesca con maturità esemplare, abbracciando lei viva e presente e rispondendo che Non ha importanza, Mamma sei tu. Pensai soltanto a sopravvivere, dicendo a Madre quel che immaginavo volesse sentirsi dire, perché non avesse a ripudiarmi? O pronunciai quelle parole per farLa felice? Oppure Madre fu pietosa con sé e ricordò quel che avrebbe voluto sentirsi dire?".
Poesie, libri e opere letterarie
Ecco le poesie di Maria Grazia Calandrone:
Giardino della gioia (Arnoldo Mondadori Editore 2019)
Il bene morale (Crocetti 2017)
Gli Scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?” (Lietocolle 2016)
Serie fossile (Crocetti, 2015)
La vita chiara (Transeuropa, 2011)
Atto di vita nascente (Lietocolle Graal, 2010)
Sulla bocca di tutti (Crocetti, 2010)
La macchina responsabile (Crocetti, 2007)
Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005)
La scimmia randagia (Crocetti, 2003)
Pietra di paragone (Tracce, 1998)
Prosa:
Dove non mi hai portata - Mia madre, un caso di cronaca (Supercoralli Giulio Einaudi Editore 2022)
Versi di libertà – trenta poetesse da tutto il mondo (Oscar Mondadori Bestsellers 2022)
Splendi come vita (Ponte alle Grazie 2021)
L'infinito mélo (sossella, 2011)
Antologie maggiori
Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012)
Poeti degli anni zero (Ponte Sisto, 2011)
Maria Grazia Calandrone: dove vive
Maria Grazia Calandrone a oggi vive a Roma.
Maria Grazia Calandrone: frasi, aforismi e citazioni
Ecco alcune frasi, aforismi, citazioni di Maria Grazia Calandrone:
Emily Dickinson è un pianeta. Un pianeta che barbaglia nello spazio e scompare. Emily Dickinson è una nave. Una nave maestosa, illuminata di luce propria, che solca l'orizzonte e scompare. E questo scomparire lascia un segno indelebile in chi osserva, l'impressione di aver visto qualcosa di oltreumano, di aver avuto contatto con un mondo che precede il mondo.
Sento l’imperdonabile oscenità dell’io. L’io ha valore quando è tuo. Dicono.
La vita ci ignora, ignora soprattutto i pregiudizi e l’ovvio. Tutto cicatrizza, a nostra insaputa".
Le parole di Emily Dickinson sono così vuote da traboccare. Le parole di Emily Dickinson sono magneti. Parole-calamita, che fanno vivere anche il bianco della pagina e raccolgono dall'aria delle nostre stanze le particelle d’anima che, senza accorgercene, perdiamo tutti i giorni, come senza dolore perdiamo cellule epiteliali, su ogni superficie sfiorata. La poesia di Dickinson raduna le particole della nostra anima disperse nell'aria. E le riattiva, le rimette in moto. Lei fa esattamente quello che suggerisce di fare, coincide al millimetro con la propria poetica: «Accendere una lampada e sparire – / Questo fanno i poeti –.
Mentre scendiamo dall’autobus con le buste della spesa il mare, sotto, muove la sua misura gigantesca, manovra le sue leve nell’olio azzurro del Tempo. E noi, in alto, spendiamo".
La vita prova un penoso amore per la vita. Per non uscire d’esercizio, la vita sfiora quel che di ancora vivo trova presso di sé. È toccante. È illuminante.
Le parole ricordano tutto, quello che non sappiamo di ricordare. Per ciò, affidiamo loro la memoria. Per poi dimenticare, ancora e ancora, ripassare il raschietto sulla cera dei giorni.
Anche i suoi trattini – come api che ronzano in mezzo ai versi – sono pause impure, estorte al silenzio. Sono l'invenzione di un "quasi" silenzio. Eppure sono nitidissimi, precisi come piccole lame, o pungiglioni. Dentro lei c'è una forza selvaggia e indomabile, come afferma chiunque l'abbia incontrata, un fervore, che emerge chiarissimo da quello che lei stessa scrive di sé lettrice di poesia: se leggo un libro e mi sento gelare in tutto il corpo così che nessun fuoco mi può scaldare, allora so che quella è poesia.
Sono la Guardia del corpo di Mamma. Costruisco armi con listelli di legno e mollette, che sparano elastici a distanza apprezzabile. Alleno la mira.
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