Sabato, 20 Dicembre 2025

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Inaugurata la mostra dedicata al ruolo delle sovrane che vissero nella Reggia di Caserta nel corso dei secoli, dai Borboni, fino all’ultima Regina d’Italia Maria Josè di Savoia

La mostra, organizzata dal Museo Reggia di Caserta in collaborazione con Opera Laboratori con il patrocinio del Network of European Royal Residences, sarà visibile fino al 20 aprile 2026 nelle sale della Gran Galleria del Palazzo reale

20 Dicembre 2025

La Casa Reale di Borbone delle Due Sicilie

La Casa Reale di Borbone delle Due Sicilie

Inaugurata la mostra dedicata al ruolo delle sovrane che vissero nella Reggia di Caserta nel corso dei secoli, dai Borboni fino all’ultima Regina d’Italia Maria Josè di Savoia

Inaugurata la mostra "Regine. Trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l'Europa nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta alla presenza di Lucia Volpe, Prefetto di Caserta; Tiziana Maffei, Direttore della Reggia di Caserta e curatrice della mostra; Valeria Di Fratta, Storica dell'arte e curatrice della mostra; Stefano Di Bello, Consigliere delegato di Opera Laboratori, Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale del Ministero della Cultura; Federica Faggi - Direttrice de La Reggia Designer Outlet; Guido Cangiano - Dirigente e coordinatore tecnico del Consorzio Unico Campania. Il catalogo della mostra, edito da Sillabe, sarà presentato a gennaio in occasione di un evento internazionale con ARRE, Associazione delle Residenze reali europee. Non potevano mancare gli eredi di Carlo di Borbone (1716-1788) che commissionò all’architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773), figlio del più importante pittore di vedute, Gaspar Van Wittel, già attivo a Roma sotto Benedetto XIV nel restauro della cupola di S.Pietro. In particolare erano presenti il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, accompagnato dalla consorte Camilla e dalle due figlie Carolina e Chiara. L'esposizione intende raccontare il pensiero, l’educazione, il gusto e l’influenza delle sovrane tra Settecento e prima metà del Novecento; donne segnate dal destino che seppero tessere trame di alleanze e continuità dinastiche. Da Elisabetta Farnese a Maria Amalia di Sassonia; da Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, attraverso il decennio napoleonico di Giulia Clary e Carolina Murat, alla Restaurazione borbonica con Maria Isabella; da Maria Cristina di Savoia a Maria Teresa d’Asburgo-Teschen, fino a Maria Sofia di Baviera e alle sovrane dei Savoia – Margherita, Elena di Montenegro e Maria José del Belgio. Le loro storie si dipanano attraverso dipinti, di Antonio Rafael Mengs, Jean-Baptiste Wicar, Vigée Le Brun, Joseph Karl Stieler, Ilario Spolverini, Giuseppe Bonito, Giuseppe Cammarano, Molinaretto, Francesco Liani e tanti altri, abiti cerimoniali, accessori, oggetti d’arredo, libri e pubblicazioni, strumenti musicali e fotografie. Il percorso espositivo, che segue le vicende pubbliche e private di quattro dinastie - Farnese, Borbone, Murat e Savoia - si sviluppa attraverso sette sezioni.“Educare al trono: l’arte di diventare sovrane”: il cammino che trasformava le bambine in regine univa insieme disciplina, cultura e rappresentazione. I ritratti delle principesse e delle famiglie regnanti mostrano questo processo come un’arte complessa, in equilibrio tra grazia e fermezza, tra dovere dinastico e identità personale. Diventare sovrane era il risultato di un lungo apprendistato che intrecciava studio, formazione politica, consapevolezza del proprio ruolo e capacità di agire nello spazio pubblico. “Legami di corte. Nozze che plasmano alleanze”: i matrimoni reali rimescolavano le sorti delle dinastie. Ogni legame matrimoniale tra le famiglie regnanti metteva in scena uno spettacolo di fasto, cerimoniale e simboli. Le immagini delle celebrazioni, gli oggetti raffinati e preziosi e le rappresentazioni teatrali dedicate ai sovrani restituiscono la ricchezza di un rito capace di unire famiglie e regni, trasformando la vita di due individui in una strategia di governo. “Madri regine. Custodi di eredi e dinastie”: le sovrane erano garanti di continuità, figure chiave nella costruzione dell’identità politica della famiglia reale. La maternità a corte non era mai solo un fatto privato: ogni nascita portava con sé aspettative, equilibri da mantenere, successioni da assicurare. Le immagini, i ritratti e gli oggetti che le rappresentano mostrano la complessità del ruolo esercitato: la cura amorevole dei figli, l’impegno educativo, la fiera esibizione degli eredi come affermazione di continuità e legittimità dinastica.“Regine in scena. Ruolo e immagine pubblica”: la presenza delle sovrane nei ritratti ufficiali, nei cerimoniali, nelle feste di corte contribuiva a definire l’identità politica della dinastia e ne consolidava il prestigio. Le sovrane, dal portamento regale e dai gesti misurati, avvolte in abiti preziosi, accompagnate da oggetti simbolici in ambientazioni raffinate, comunicavano attraverso la propria immagine virtù, autorevolezza e continuità, elementi fondamentali per mantenere saldo il potere della monarchia. L’immagine pubblica delle regine non era un semplice riflesso della loro persona, ma uno strumento di potere. “Gesti del potere. Cerimoniali ed etichette”: una coreografia precisa, fatta di gesti rituali, etichette codificate e momenti collettivi scandiva la vita della monarchia. Nulla era lasciato al caso: il modo di avanzare in un corteo, l’ordine dei posti nei banchetti reali, le distanze tra i membri della famiglia reale e i dignitari. Ogni gesto diventava un segno che conferiva sacralità ai sovrani e confermava ruoli e gerarchie. Il cerimoniale non era soltanto un insieme di regole formali: era un linguaggio politico.“Tempo di sé. Studio, interessi e passioni”: esisteva uno spazio riservato, un tempo sottratto agli obblighi di corte in cui coltivare studi, curiosità e inclinazioni personali. Proprio in questo aspetto affiora la complessità delle sovrane: donne colte, chiamate a governare, ma anche capaci di ricercare spazi interiori di crescita, studio e creatività. Le loro passioni — intellettuali, artistiche o spirituali — diventano così una forma discreta di auto-rappresentazione, un racconto personale che convive con quello ufficiale della corte e ne arricchisce il volto più umano. “Stanze regali. L’affermazione del gusto”: attraverso la scelta degli arredi e degli oggetti, le regine delineavano un ambiente che rispecchiava non solo le mode del tempo, ma anche il loro carattere, la loro cultura e la visione che desideravano trasmettere della monarchia. Le stanze private rivelavano inclinazioni intime, talvolta segnando distanze o affinità con i modelli familiari e dinastici; gli ambienti di rappresentanza, invece, trasformavano il gusto personale in un linguaggio pubblico, attraverso cui affermare uno stile entro un preciso orizzonte culturale. Un’installazione multimediale della mostra è dedicata all’arma della diffamazione usata contro le Regine per minarne autorità e legittimità attraverso stereotipi di genere. L’ambizione diventava “arroganza”, l’autonomia “scandalo”, il potere “tirannia”. Una dinamica che non appartiene solo al passato: ancora oggi molte donne subiscono attacchi mirati a ferirne l’immagine e negarne l’autorevolezza. Questa stanza invita a entrare in quel territorio d’ombra per riflettere su cosa significava anche all'epoca essere donne di potere. L’esposizione, poi, valica i confini della Gran Galleria per attraversare gli Appartamenti reali della Reggia di Caserta. Lungo il percorso nel Palazzo reale, le regine tornano a raccontare di sé nel Boudoir di Maria Carolina, nelle sale private di Maria Cristina di Savoia, nella Biblioteca Palatina dove è esposto il leggìo di Maria Carolina d’Asburgo Lorena. Fa parte del focus fuori mostra anche il restauro a cantiere aperto della grande tela “La partenza di Elisabetta Farnese da Parma dopo le nozze”. Un’opera che segna il primo passo di quella dinastia che da Elisabetta giungerà fino ai Borbone d’Italia. I visitatori del Museo potranno seguire dal vivo, nella sala della Pinacoteca, il delicato lavoro degli specialisti.  “Le regine di cui raccontiamo le storie furono spesso considerate soltanto strumenti di alleanze politiche, pedine di un gioco dinastico che sembrava negare loro la possibilità di scegliere il proprio destino — afferma Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta e curatrice — Eppure, entro quei margini imposti dal potere, molte seppero costruire percorsi di influenza e creare spazi di cultura. La mostra invita a rileggere queste figure non solo come protagoniste, ma come artefici — talvolta consapevoli, talvolta silenziose — di una rete di scambi e di dialoghi che hanno contribuito a dare forma a una comune identità europea. Attraverso le loro vite e i segni materiali che ne restano — lettere, opere, oggetti, documenti — si riconosce la forza discreta di una diplomazia culturale femminile, capace di superare i confini dei regni e di intrecciare la storia con un filo invisibile ma tenace. In un tempo in cui l’Europa è chiamata a ritrovare il senso delle proprie radici comuni, le regine tornano a parlarci di visione, di intelligenza e di cultura come strumenti di relazioni tra i popoli”.  La mostra “Regine: trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l’Europa”, dal 20 dicembre al 20 aprile, ha il prestigioso apporto, tra gli altri, di Château de Versailles (Francia), Palacio Real di Madrid (Spagna), Galería de las Colecciones Reales (Spagna), Schloss Schönbrunn (Austria), Staatliche Kunstsammlungen Dresden (Germania), Palazzo Reale di Napoli, Archivio di Stato di Napoli, Archivio di Stato di Caserta, Museo di Capodimonte, Reggia di Venaria, Musei Reali di Torino e di prestatori privati.  “È un privilegio — afferma Christophe Leribault, presidente dell’Associazione delle Residenze Reali Europee — sostenere la mostra ‘Regine: trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l’Europa’, che mette in luce il ruolo determinante delle donne nella diplomazia delle corti reali. Questa iniziativa straordinaria, promossa dalla Reggia di Caserta, arricchisce la nostra comprensione delle relazioni che hanno plasmato la storia e il patrimonio europeo. Oggi questi legami restano particolarmente vivi grazie agli scambi internazionali che sono al centro dell’attività della nostra rete. È una vera gioia vedere esperti provenienti da tutta Europa — dall’Austria alla Spagna — unire le loro competenze per trasmettere questa storia comune”. Il catalogo della mostra, edito da Sillabe, sarà presentato a gennaio in occasione di un evento internazionale con ARRE, Associazione delle Residenze reali europee. Il progetto è finanziato dalla Regione Campania tramite l'Accordo per la Coesione. Main Partner Territoriale – La Reggia Designer Outlet. L’esposizione vanta il supporto di Consorzio UnicoCampania. Si ringrazia l’associazione Amici della Reggia di Caserta e il Consorzio Stabile Daman. 

 

 

 

 

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