17 Ottobre 2022
Si potrebbe discutere a lungo su cosa ci caratterizza come umani; indubbiamente, una qualità particolare, che condividiamo con poche altre specie, è il senso del bello. L'istinto ad adornarci e decorarci è antico come l'uomo: e lo prova questo straordinario ritrovamento archeologico nel Salento, nella celebre località della Grotta del Cavallo, che ha portato alla luce oltre seicento gioielli, realizzati con conchiglie e spaghi: la prova che già nella preistoria gli abbellimenti erano richiesti al punto da essere prodotti in serie.
Monili, dunque, realizzati con materiali organici ma non deperibili, dipinti con pigmenti preistorici quali la terra rossa, l'ocra, il ferro, e attraversati da spaghi (crini di cavallo, di solito) attraverso cui tenerli al collo. La prova che i nostri antenati sapiens, che si preparavano a soppiantare i neanderthal (50.000 anni fa!), erano già capaci di pensiero simbolico: erano stupiti dalla complessità delle forme della natura, come le spirali delle conchiglie, e sapevano usarle a scopo estetico (decorare sé stessi, valorizzare la propria bellezza), sociale (distinguersi dagli altri, definire ruoli e gerarchie) e rituale (utilizzarli come portafortuna, o artefatti religiosi).
Bisogni che rivelano già una forte capacità di astrazione, così universalmente vissuta da richiedere una produzione di massa. I nostri antenati richiedevano così tanto questi graziosi oggetti da rendere necessaria una produzione artigianale specializzata in larga scala, che spiega l'elevatissimo numero di reperti trovati. Una sorta di gioielleria ante-litteram, una boutique di prodotti di lusso per altre ere.
Quello che è più interessante, i gioielli sono omogenei. C'è l'idea di una standardizzazione, insomma di uno stile, una forma primitiva di moda. Può sembrare strano pensare ai nostri antenati incantarsi di fronte e monili di conchiglia dipinti, commentando la forma più bella; ma in questo non sono in nulla diversi da noi, con i nostri brand e negozi di alta moda. L'amore per il bello fa parte della nostra evoluzione di specie, e ritrovamenti come questo ci dimostrano che il salto cognitivo dal mondo animale era già avvenuto.
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