14 Settembre 2022
Sono passati 95 anni dall’inizio dell’epopea imprenditoriale del Gruppo Bracco, una storia di successo che ha portato alla costituzione del leader globale nell’imaging diagnostico. Il 1° luglio del 1927 in uno stabile di Piazzale Susa a Milano nasceva infatti la società commerciale farmaceutica con 17 dipendenti fondata da Elio Bracco, di origine istriana, patriota e fervente irredentista. Oggi il Gruppo conta oltre 3.700 dipendenti, un fatturato di circa un miliardo e 700 milioni di euro e investimenti in attività di R&I pari al 10% dei ricavi.
“Siamo davvero orgogliosi dei risultati ottenuti in questi 95 anni da quattro generazioni della nostra famiglia e da una straordinaria comunità di collaboratori”, afferma Diana Bracco, Presidente e CEO del Gruppo. “Un successo conseguito investendo sempre nell’azienda e puntando con coraggio e costanza su ricerca e innovazione, con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone attraverso prevenzione d’avanguardia e diagnostica di precisione”.
All’evento “Bracco: Ritorno al futuro”, che si è svolto nel Teatrino di Fondazione Bracco in via Cino del Duca a Milano, e che è stato moderato da Alessandro Cannavò del Corriere della Sera, hanno partecipato, oltre a Diana Bracco e a Fulvio Renoldi Bracco, Guido Guerzoni, Professore di Museum Management all’Università Luigi Bocconi, l’architetto partner di General Planning Francesco Prennushi e il Presidente di Assolombarda Alessandro Spada.
Nell’ambito delle celebrazioni per il suo 95° anniversario, Bracco ha inoltre organizzato una serata speciale al Teatro alla Scala riservata ai propri dipendenti. In cartellone l’opera “Il matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa, melodramma giocoso in tre atti: un progetto dell’Accademia scaligera con la regia di Irina Brook e l’Orchestra diretta da Ottavio Dantone.
“Il Gruppo Bracco è da sempre parte integrante del tessuto economico e sociale in cui agisce”, conclude Diana Bracco. “Per questo puntiamo – anche con i progetti della nostra Fondazione che, ad esempio, è Socio fondatore dell’Accademia del Teatro alla Scala – sulla sostenibilità, sulla responsabilità sociale, e sulla diffusione della cultura quale strumento di un armonico progresso umano. Perché scienza e bellezza sono due aspetti del medesimo impegno”.
Una storia di successo che Il Gruppo chimico-farmaceutico ha voluto celebrare con un vero ‘ritorno al futuro’, tornando nella sede storica il cui recupero architettonico è quasi concluso. Li abbiamo le nostre radici”, sottolinea Diana Bracco, “certo abbiamo fatto una scelta affettiva, ma abbiamo anche preso una decisione strategica all’insegna della sostenibilità: quella di privilegiare l’uso del sito preesistente al consumo di nuovi suoli. Una scelta a favore della tutela dei green field che nei decenni scorsi avevamo già messa in pratica nei nostri stabilimenti e laboratori di Ceriano Laghetto a circa 30 km da Milano e di Torviscosa in Friuli”.
Quella di Bracco è una storia emblematica del Made in Italy nel campo delle Life Sciences, che ora viene raccontata al mondo grazie all’Archivio Storico digitale, anche in lingua inglese, disponibile all’indirizzo www.archiviostoricobracco.com. Un sito dove si può scoprire anzitutto l’epopea imprenditoriale del Cavaliere del Lavoro Fulvio Bracco, che, insieme a Leopoldo Pirelli e Adriano Olivetti, è stato tra i grandi pionieri dell’industria italiana del Dopoguerra. Un incredibile viaggio nel tempo suddiviso in 5 sezioni – Famiglia, Azienda, Innovazione, Sostenibilità e Cultura – ricco di documenti, foto inedite, storie e podcast da ascoltare da cui emergono i valori forti che rappresentano il patrimonio genetico di Bracco.
“L’heritage è per le aziende una leva strategica”, spiega Diana Bracco, “un elemento che le rende uniche e le distingue dai concorrenti. Sul corporate heritage è giusto investire anche perché rafforza l’identità e la cultura d’impresa, cementa il senso di appartenenza e l’engagement delle persone, e fornisce una bussola per l’agire di domani. La storia, si sa, plasma il futuro, ed è per questo che dico sempre ai giovani che devono avere memoria di cosa è accaduto prima di loro per poter tendere al cambiamento e a un miglioramento continuo”.
A questo riguardo, la Presidente Bracco ricorda un passaggio dell’autobiografia di suo padre: “Con la fine del conflitto mondiale”, scriveva Fulvio Bracco, “eravamo ridotti molto male, mancavano materie prime e prodotti. Difficili prove ci attendevano, ma abbiamo saputo superarle e trovare la via per un futuro di crescita dell’azienda”. Un messaggio di fiducia ancora oggi di grande attualità visto che le imprese stanno affrontando con coraggio i drammatici effetti combinati della guerra in Ucraina, della crisi energetica e della lunga pandemia.
Diana Bracco, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Bracco, ha affermato a Il Giornale d'Italia:
“Non cedere mai allo smarrimento, non cedere a questa situazione con tanti risvolti drammatici, tener duro e andare avanti focalizzandoci sui nostri temi per favorire la crescita dell'azienda.
Sul ritorno alla sede di Lambrate la Bracco: “Un ritorno bellissimo che per me rappresenta la giovinezza perché sono cresciuta lì”, conclude".
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Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, ha affermato a Il Giornale d'Italia:
"E' un piacere essere qui oggi a celebrare i 95 anni di un'impresa storica come la Bracco che ha radici profonde nel nostro territorio ed è sempre stata in costante crescita. Questo si unisce poi all'archivio storico e alla nuova sede, direi che è una giornata molto importante per il Gruppo, per il territorio e per la nostra associazione di cui la dottoressa Bracco è stata presidente dal 2005 al 2009".
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Fulvio Renoldi Bracco, CEO del Gruppo Bracco, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Questo progetto è prima di tutto simbolico, perché significa andare a cogliere nei valori della nostra storia e in quello che abbiamo imparato, le lezioni e la guida per affrontare le nuove sfide. Questo è un momento di grandi sfide, che tutte le aziende devono affrontare. È una fase di grande cambiamento, come tale offre sicuramente delle importanti opportunità che vogliamo cogliere e ci ispiriamo ai valori del passato, rinnovandoli".
Prennushi Francesco, Architetto di General Planning, ha affermato a Il Giornale d'Italia:
"Il progetto nasce da un forte stimolo da parte del committente nel ritornare nella loro sede storica, individuando negli edifici che hanno rappresentato un tassello chiave nello sviluppo dell’azienda, il luogo ideale dove realizzare due concetti di fondo. La prima è l’idea del campus come luogo di socialità per i dipendenti e per il proprio gruppo di lavoro. Poi, lo smart building, cioè l’idea di proiezione tecnologica e di supporti al servizio del lavoro e in un’ottica innovativa".
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