29 Luglio 2022
Paolo Anesi, nato a Firenze il 9 luglio 1697, si trasferì presto a Roma dove rimase per il resto della sua vita, rendendo l’Urbe protagonista dei suoi dipinti, attraverso la realizzazione di paesaggi idealizzati, i cosiddetti Capricci, e di Vedute seguendo lo stile del pittore emiliano Giovanni Paolo Panini, attivo anche a lui a Roma.
I suoi dipinti, tra i più importanti esempi della Scuola romana del XVIII secolo, sono testimonianza di un particolare momento storico, in cui la Città eterna suscitava ammirazione, stupore, ricordi di un passato glorioso, così membri della nobiltà, viaggiatori stranieri che giungevano in occasione del loro Grand Tour, desideravano acquistare un’immagine di Roma con gli scorci sul Tevere, con le rovine antiche dei Fori imperiali o con la campagna romana.
“Osservare i dipinti di Paolo Anesi presenti della mia collezione – ci racconta Valter Mainetti, collezionista di dipinti antichi e Presidente della Fondazione Sorgente Group – significa continuare a scoprire nuovi aspetti della mia città, vederla con gli occhi di un uomo del Settecento, cogliendone i sentimenti, e stupirsi di fronte ai cambiamenti urbanistici.”
Nella Collezione Mainetti, sotto la curatela della Fondazione Sorgente Group, (www.collezione-m.it/opere-artista_Paolo+Anesi_19_ita.html), sono presenti dieci opere del pittore: “Capricci” di monumenti antichi come il Colosseo, colonne e rovine classiche immersi in una realtà idilliaca e in un’atmosfera rarefatta, Vedute della campagna romana e ancora dipinti che sono importanti documenti della Roma del Settecento.
Così la coppia di Vedute reali dei due principali porti del Tevere, l’una con raffigurato l’antico porto di Ripetta, usato per il traffico commerciale verso il centro della città, l’altra con la sponda di San Michele a Ripa, destinata al commercio marittimo. In entrambe, oltre al contesto di paesaggio e aspetti architettonici, emerge la vita reale della città con i suoi abitanti nella frenesia lavorativa e nella quotidianità.
“Il dipinto che raffigura il Tevere presso Castel Sant’Angelo – ci descrive Valter Mainetti – riassume l’arte di Paolo Anesi nel saper ricreare paesaggi armoniosi di grande equilibrio tra elementi naturali e monumenti, di grande respiro e serenità, dove il tempo sembra fermarsi.”
Una meravigliosa singolarità presente nella Collezione M. è, inoltre, un clavicembalo dipinto da Paolo Anesi con vedute della campagna romana, in cui sembra riconoscersi il Mausoleo di Cecilia Metella, seguendo la pratica di dipingere gli strumenti musicali, iniziata nel primo Seicento in Campania in modo particolare a Napoli e poi diffusasi anche nelle altre regioni.
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