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Carlo Albarello: dalla letteratura alla politica

Un intellettuale e scrittore da amare

31 Maggio 2022

Carlo Albarello: dalla letteratura alla politica

Ho ricevuto in questi giorni tutte le pubblicazioni di Carlo Albarello. Una montagna di articoli destinati a riviste specialistiche, saggi sulla didattica della letteratura, sulla storia dell’architettura e sulla scenografia. C’è anche qualche traduzione dal francese, quasi una seconda lingua per lui, a partire da un Dizionario di psicanalisi (Gremese, 2004) fino alle poesie di Jean-Pierre Sonnet, gesuita del Pontificio Istituto Biblico, Il Messia alle porte di Roma (Effatà, 2018) e dello stesso La città dove ognuno è nato (in corso di stampa). Non un amore canonico, passionale, no, ma una cosa fatta di affinità elettive che ti fa perdere l’orientamento. Penso infatti al lungometraggio Esercizi furiosi, scritti per Sonia Bergmasco in occasione del centenario delle prima edizione dell’Orlando Furioso (1516-2016), prodotto da Bianca Film, e a Busscrossing. Libri liberi di viaggiare, una serie di documentari, ideati per il Centro per il libro e la lettura, dove ha presentato libri per tutte le età. A un certo punto però capisci dove sei e con chi ti stai confrontando. Albarello si occupa di insegnamento e di letteratura a 360 gradi. Con Paolo Di Paolo ha scritto C’erano anche ieri i giovani d’oggi. Generazione, memoria, scuola fra Novecento e Duemila (Città Nuova, 2018), dove approfondisce, in particolare, un nodo fondamentale nel rapporto con la nuova generazione: la questione di come raccontare il secolo appena trascorso ai cosiddetti “nativi digitali”, come provare a guardare gli ultimi testimoni, i grandi del Novecento che se vanno. Come emerge dall’indagine sul campo degli autori, la necessità di consolidare memorie comuni, non soltanto letterarie, non può prescindere dall’esigenza, da parte degli educatori, di rimettere in gioco schemi logori di apprendimento (rimodellando, ad esempio, il canone delle letture scolastiche) per riconoscere, aldilà degli stereotipi, la specificità dei giovani d’oggi, né “sdraiati”, né inquieti ma fortemente motivati a narrare se stessi e il proprio tempo. Ha nel cassetto un romanzo, di cui ho letto alcuni capitoli, un intenso romanzo autobiografico dedicato alla madre. Ora ha scelto la militanza delle idee e i giovani, il loro futuro, la cultura e l’inclusione, scendendo in campo nelle elezioni amministrative di Padova del prossimo 12 giugno. I giovani sono al centro del suo programma, tutto da leggere, le persone a cui affidare la città di domani. Serveper questo sostenere progetti che mirino a incentivare questi ragazzi a sentirsi parte integrante e irrinunciabile della città, in modo che sviluppino il rispetto e l’amore per il luogo in cui vivono. Sono le loro idee quelle che devono fare rumore.

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