07 Novembre 2025
Fonte: instagram @nascecresceinforma
Dopo la rinuncia di Filippo Turetta a ricorrere in appello contro la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, anche la Procura generale di Venezia decide di non impugnare la sentenza. La decisione della Procura è arrivata pochi giorni dopo quella dello stesso imputato, che in una lettera dal carcere di Montorio (Verona) aveva spiegato di assumersi “la piena responsabilità di ciò che ho fatto, di cui mi pento ogni giorno dal profondo del cuore”.
Il 14 novembre, nell’aula bunker di Mestre, si terrà l’udienza formale in cui le parti prenderanno atto della doppia rinuncia. A presiedere la Corte d’assise d’appello sarà il giudice Michele Medici. In quella sede, la condanna all’ergastolo per Turetta sarà ufficialmente definitiva.
Inizialmente la Procura generale di Venezia aveva valutato di proseguire con il ricorso per ottenere il riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e dello stalking, già escluse dal primo grado, dove Turetta era stato condannato per omicidio aggravato dalla premeditazione e dal legame affettivo con la vittima.
Gli avvocati della famiglia Cecchettin, Nicodemo Gentile, Piero Coluccio e Stefano Tigani, hanno definito la decisione “coerente, giusta e pienamente condivisibile”, sottolineando che “la rinuncia dell’imputato cristallizza l’aggravante della premeditazione, una delle circostanze più gravi e subdole previste dal nostro ordinamento”.
In una nota, i legali hanno aggiunto che tale aggravante “assume un significato ancora più drammatico in una vicenda omicidaria segnata da motivi abietti e da un’idea distorta di possesso, lontana da ogni forma di amore e rispetto”.
Così la famiglia Cecchettin: “Con la definitiva affermazione delle gravissime responsabilità dell’imputato – scrivono gli avvocati – resta un impegno essenziale: trasformare il dolore in consapevolezza, affinché la società, a partire dai più giovani, impari a riconoscere e contrastare le radici della violenza di genere".
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