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Omicidio Cecchettin, Procura conferma processo di appello per Turetta nonostante rinuncia del 23enne: chiesta aggravanti crudeltà e stalking

Il nuovo processo d’appello si terrà il 14 novembre nell’aula bunker di Mestre, davanti alla Corte d’Assise d’Appello. A rappresentare la Procura saranno il procuratore generale Federico Prato e il sostituto Pasquale Mazzei. L’obiettivo dei magistrati è ottenere il riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e dello stalking, che erano state escluse in primo grado

28 Ottobre 2025

Omicidio Cecchettin, Procura conferma processo di appello per Turetta nonostante rinuncia del 23enne: chiesta aggravanti crudeltà e stalking

Filippo Turetta, Fonte: Mattino Cinque

Si terrà lo stesso il processo d’appello per Filippo Turetta, il 23enne di Torreglia, nel Padovano, già condannato all’ergastolo per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò. Nonostante Turetta abbia rinunciato all’appello, inviando una lettera alla Corte d’Assise in cui dichiarava di accettare la pena senza richiedere attenuanti, la Procura generale di Venezia ha deciso di procedere comunque. L’obiettivo è ottenere il riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e dello stalking, escluse in primo grado dalla Corte d’Assise di Venezia.

Omicidio Cecchettin, Procura conferma processo di appello per Turetta nonostante rinuncia del 23enne: chiesta aggravanti crudeltà e stalking

La vicenda giudiziaria di Filippo Turetta non si chiude con la condanna all’ergastolo pronunciata lo scorso 3 dicembre dalla Corte d’Assise di Venezia. La Procura generale di Venezia, guidata da Federico Prato, ha infatti confermato la decisione di andare avanti con il processo d’appello, nonostante il 23enne avesse formalmente rinunciato a impugnare la sentenza. Turetta aveva scritto alla Corte una lettera in cui dichiarava di accettare integralmente la pena, senza chiedere sconti né attenuanti.

Il nuovo processo d’appello si terrà il 14 novembre nell’aula bunker di Mestre, davanti alla Corte d’Assise d’Appello. A rappresentare la Procura saranno il procuratore generale Federico Prato e il sostituto Pasquale Mazzei. L’obiettivo dei magistrati è ottenere il riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e dello stalking, che erano state escluse in primo grado.

In primo grado, i giudici avevano condannato Turetta all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo con la vittima, oltre che per sequestro di persona e occultamento di cadavere. Tuttavia, la Corte non aveva ritenuto configurabili le aggravanti della crudeltà e dello stalking. Secondo i magistrati di Venezia, il numero elevato delle coltellate — circa 75 — e i comportamenti ossessivi del giovane nei confronti della ex fidanzata sarebbero invece segni evidenti di un atteggiamento persecutorio e crudele.

La Corte d’Assise, nel motivare la sentenza, aveva invece sostenuto che le numerose coltellate non furono inferte “per far soffrire la donna, ma soltanto per la goffaggine di Turetta”, escludendo dunque la crudeltà. Quanto allo stalking, i giudici avevano rilevato che la vittima “frequentava liberamente il giovane nonostante i numerosi messaggi invasivi”, non ritenendo configurabile il reato.

L’eventuale riconoscimento delle aggravanti non modificherebbe la pena — l’ergastolo resta il massimo previsto dall’ordinamento — ma avrebbe un forte valore simbolico, come sottolineato dai legali della famiglia Cecchettin, costituitisi parte civile.

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