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Omicidio Paolo Taormina a Palermo, killer Gaetano Maranzano ai pm: “Mi ha sfidato e ho sparato, sapeva ce l’avessi con lui, ma se n’è fregato”

Il killer ha inoltre raccontato di essere partito dal quartiere Zen armato di pistola, pronto a qualsiasi eventualità. “È successo questa cosa che c’è stata confusione, ha preso ragazzi di mira. Poi si è voltato verso di me e si è messo a fare lo scemo, poi abbiamo litigato. Quindi non ci ho visto più e ho sparato”

15 Ottobre 2025

Omicidio Paolo Taormina a Palermo, killer Gaetano Maranzano ai pm: “Mi ha sfidato e ho sparato, sapeva ce l’avessi con lui, ma se n’è fregato

A sinistra Paolo Taormina, a destra Gaetano Maranzano

Mi ha sfidato e ho sparato, sapeva ce l’avessi con lui, ma se n’è fregato”. È la frase choc che riassume la confessione di Gaetano Maranzano, 28 anni, oggi in carcere per l’omicidio di Paolo Taormina, il 21enne gestore di un pub di Palermo ucciso nella notte tra sabato e domenica davanti a decine di persone. In un verbale di 8 pagine, consegnato ai magistrati dopo l’arresto, il giovane ha raccontato con freddezza i momenti che hanno preceduto il delitto, consumatosi in pochi secondi ma maturato, secondo quanto emerge, da mesi di rancori personali.

Omicidio Paolo Taormina a Palermo, killer Gaetano Maranzano ai pm: “Mi ha sfidato e ho sparato, sapeva ce l’avessi con lui, ma se n’è fregato”

Quattro mesi fa scriveva a mia moglie con profili falsi su TikTok e Instagram, poi ho saputo che era lui”, ammette Maranzano nel suo racconto agli inquirenti. È questo il punto d’origine dell’odio nei confronti di Taormina, un risentimento che — come lui stesso ha spiegato — covava da tempo e che sarebbe esploso durante una lite scoppiata all’esterno del locale gestito dalla vittima.

Io e alcuni amici eravamo andati al pub – spiega l’assassino – siccome lui era in difetto con me, mi guardava male e si agitava, nel suo cervello mi voleva sfidare”. La tensione, già alta, è degenerata in pochi istanti. “Mi diceva che non si doveva fare casino. I ragazzi facevano casino e lui è venuto a prendere di petto me. In più io avevo astio con lui per la cosa di mia moglie. Mi sfidava. Parlava verso di me, diceva ‘qua non si deve fare vucciria (confusione, ndr). Mi state siddiando (scocciando, ndr). Mi voleva mettere in cattiva luce davanti alle persone’”.

A quel punto, la situazione sarebbe precipitata. “Visto che lui mi voleva far fare male figura – prosegue Maranzano – gli ho detto: ‘non mi stuzzicare perché lo sai che ce l’ho con te’. Lui se n’è fregato e mi parlava in maniera agitata, mi ha rimproverato. Dopo pochi minuti di colluttazione gli ho sparato”.

Il killer ha inoltre raccontato di essere partito dal quartiere Zen armato di pistola, pronto a qualsiasi eventualità. “È successo questa cosa che c’è stata confusione, ha preso ragazzi di mira. Poi si è voltato verso di me e si è messo a fare lo scemo, poi abbiamo litigato. Quindi non ci ho visto più e ho sparato”, ha concluso, aggiungendo di aver poi gettato i proiettili rimasti durante la fuga.

Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Palermo, hanno consentito di ricostruire in poche ore la dinamica del delitto grazie alle testimonianze dei presenti e alle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Maranzano è stato fermato nella notte di domenica e ora si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

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