Mercoledì, 22 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Omicidio Gemona, madre di Alessandro Venier al gip: “Usato farmaci nella limonata per addormentarlo, poi iniettato insulina, agonia di 6 ore”

L'omicidio sarebbe avvenuto nel tardo pomeriggio. “Lo abbiamo stordito con un sonnifero attorno alle 17.30, ma è morto solo verso le 23, perché non riuscivamo a finirlo”, ha raccontato Lorena Venier

05 Agosto 2025

Omicidio Gemona, madre di Alessandro Venier al gip: “Usato farmaci nella limonata per addormentarlo, poi iniettato insulina, agonia di 6 ore”

Durante l’udienza di convalida dell’arresto, Lorena Venier ha fornito nuovi e agghiaccianti dettagli sull’omicidio del figlio Alessandro. La donna, infermiera 61enne, ha raccontato al giudice per le indagini preliminari come avrebbe cercato di addormentare il figlio con un cocktail di farmaci in una limonata e poi di aver usato l'insulina. Ma il piano non è andato come previsto: l’agonia del 35enne sarebbe durata 6 ore.

Omicidio Gemona, madre di Alessandro Venier al gip: “Usato farmaci nella limonata per addormentarlo, poi iniettato insulina, agonia di 6 ore”

Nel corso dell'interrogatorio davanti al Gip del Tribunale di Udine, Lorena Venier ha rivelato particolari ancora più raccapriccianti su quanto accaduto nella loro abitazione. “Abbiamo deciso di ucciderlo addormentandolo: ho svuotato un intero blister di medicinali nella limonata, ma non è stato sufficiente. A quel punto – ha proseguito la donna – gli ho fatto due iniezioni di insulina, visto che non si addormentava del tutto. Le avevo in casa da circa 5 anni. Le avevo prelevate dal luogo dove lavoro, perché all'epoca avevo deciso di utilizzarle per uccidermi”.

L'omicidio, secondo quanto riferito da Lorena, sarebbe avvenuto nel tardo pomeriggio. “Lo abbiamo stordito con un sonnifero attorno alle 17.30, ma è morto solo verso le 23, perché non riuscivamo a finirlo”, ha raccontato la madre. “Una volta che anche l’insulina ha fatto effetto – ha aggiunto – abbiamo provato a soffocarlo con un cuscino, ma Alessandro continuava a reagire, anche se era privo di forze”.

La decisione di sezionare il corpo, secondo quanto riferito dalla donna, non era inizialmente prevista. “Il piano non prevedeva di sezionarlo – ha concluso la madre –: l’ho fatto, da sola, quando abbiamo capito che il corpo non ci stava nel bidone in cui avrebbe dovuto decomporsi, in attesa di spargere i resti in montagna. A quel punto, con un seghetto, l’ho fatto in tre pezzi e Mailyn lo ha trasportato nell’autorimessa e coperto di calce”.

Mailyn, la compagna della vittima e madre della loro figlia nata lo scorso gennaio, avrebbe avuto un ruolo attivo. Lorena ha dichiarato che la nuora “mi chiedeva di uccidere mio figlio Alessandro da mesi, fin dal giorno della nascita della loro bambina”. Una pressione continua, secondo quanto riferito, culminata nel tragico gesto. Il movente, secondo la donna, risiederebbe in un clima familiare di abusi e minacce. “Mailyn veniva picchiata con violenza, insultata e più volte minacciata di morte – ha spiegato –: mio figlio minimizzava la sua depressione post partum, quando ho deciso di denunciarlo, mi ha tirato un pugno alla schiena”.

Dopo il delitto, le due donne avrebbero tentato di occultare il cadavere. “Mailyn ha preso i lacci delle scarpe, finendolo”. E ancora: dopo l’omicidio, il corpo è stato fatto a pezzi con un attrezzo per la legna e nascosto in un bidone ricoperto di calce viva, acquistata su Amazon pochi giorni prima.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x