Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Emanuele De Maria, le relazioni 2023-2024 degli psicologi del carcere di Bollate: “Persona totalmente equilibrata, collaborativa, senza scompensi psichici"

Le 2 relazioni del carcere di Bollate al Tribunale di Sorveglianza nel 2023 e 2024 avevano convinto i giudici a concedergli il permesso di lavoro

14 Maggio 2025

Emanuele De Maria

Fonte: X @VinceIT

Le 2 relazioni firmate dagli psicologi del carcere di Bollate, datate 2023 e 2024, descrivevano Emanuele De Maria come "totalmente equilibrato, collaborativo, senza scompensi psichici". Nessun comportamento aggressivo. Nessun segnale d’allarme. Poi, in meno di 48 ore, l’orrore: un femminicidio, un tentato omicidio e il suicidio dalla terrazza del Duomo di Milano.

Le relazioni del 2023-2024 del carcere di Bollate descrivevano Emanuele De Maria come una “persona totalmente equilibrata, collaborativa, senza scompensi psichici"

Condannato a 14 anni e 3 mesi per l’omicidio di una giovane donna a Castel Volturno nel 2016, in un contesto legato alla droga, Emanuele De Maria aveva iniziato un percorso di reinserimento. In carcere aveva superato 2 esami universitari, mostrato "massima collaborazione" con lo staff e ricevuto elogi dagli educatori. Le relazioni firmate dalla direzione penitenziaria non segnalavano alcuna criticità. Anche durante la fase di lavoro esterno, prevista dall’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, nulla faceva presagire la tragedia.

De Maria lavorava all’hotel Berna, a pochi passi dalla Stazione Centrale di Milano. Proprio lì avrebbe instaurato una relazione con Chamila Wijesuriya, 51 anni, di origini cingalesi. I documenti parlavano genericamente di “relazioni affettive” nel contesto lavorativo, ma solo dopo i fatti si è compreso il peso di quel legame. La donna è stata accoltellata a morte. Poche ore dopo, De Maria ha tentato di uccidere un altro collega, il 50enne italo-egiziano Hani Fouad Abdelghaffar Nasr, ora ricoverato in gravi condizioni. Infine, il suicidio dal Duomo.

La Procura di Milano ha già acquisito le relazioni del carcere e i documenti relativi ai permessi di lavoro esterno. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha avviato un’attività ispettiva e richiesto una relazione urgente sul caso. Il vice ministro Francesco Paolo Sisto ha espresso forti dubbi sull'opportunità di concedere permessi a detenuti responsabili di reati gravi, come il femminicidio. Anche il vicepremier Matteo Salvini ha chiesto spiegazioni, sollevando il tema della sicurezza e dell'affidabilità dei percorsi rieducativi.

Da parte delle autorità giudiziarie arriva però un messaggio chiaro: l’iter seguito è stato conforme alla normativa. Nessun segnale premonitore era emerso.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x