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Papa Leone XIV, la proposta da “mediatore” per la pace: “Santa Sede a disposizione per incontri, dialoghi e negoziati tra i nemici”

Papa Leone XIV ha proposto il Vaticano come luogo di mediazione per la cessazione dei conflitti in corso. Prevost ha dichiarato che la Santa Sede è a disposizione per incontri, dialoghi e negoziati per la pace

14 Maggio 2025

Papa Leone XIV, la mossa geniale della Chiesa che può cambiare lo scenario politico negli Stati Uniti

Papa Leone XIV, fonte: LaPresse

Papa Leone XIV, nell’udienza alle Chiese Orientali in occasione del loro Giubileo, ha aperto all’ipotesi di fare da “mediatore” per la pace. Il Pontefice, ha dichiarato che la “Santa Sede è a disposizione per incontri, dialoghi e negoziati tra i nemici”. Nel frattempo, Prevost, chiede che "le armi cessino di parlare".

Papa Leone XVI e la proposta da “mediatore”: “Vaticano a disposizione per incontri, dialoghi e negoziati”

"La Santa Sede è a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace. I popoli vogliono la pace e io, col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo!". Un’esortazione, quella di Papa Leone XIV, che affonda le radici nella dottrina sociale della Chiesa e nella tradizione diplomatica vaticana: dare spazio alla parola, al confronto, affinché le armi cessino di parlare. “La guerra non è mai inevitabile”, ha ribadito con forza: "Le armi possono e devono tacere, perché non risolvono i problemi ma li aumentano; perché passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime; perché gli altri non sono anzitutto nemici, ma esseri umani: non cattivi da odiare, ma persone con cui parlare. Rifuggiamo le visioni manichee tipiche delle narrazioni violente, che dividono il mondo in buoni e cattivi".

Nel cuore dell’intervento pontificio, anche un pressante richiamo alla tutela delle comunità cristiane in Medio Oriente, spesso martoriate da conflitti e discriminazioni. Ai cristiani, sottolinea il Papa, va garantita non solo la sopravvivenza, ma la piena dignità della cittadinanza: "Ai cristiani va data la possibilità, non solo a parole, di rimanere nelle loro terre con tutti i diritti necessari per un'esistenza sicura. Vi prego, ci si impegni per questo!"

Non è mancato un ringraziamento commosso alle Chiese Orientali, “da cui è sorto Gesù, il Sole di giustizia”, riconoscendo il ruolo fondamentale che queste comunità svolgono nel custodire la fede e la speranza: "Grazie a voi, cari fratelli e sorelle dell'Oriente. Continuate a brillare per fede, speranza e carità, e per null'altro. Le vostre Chiese siano di esempio, e i Pastori promuovano con rettitudine la comunione, soprattutto nei Sinodi dei Vescovi, perché siano luoghi di collegialità e di corresponsabilità autentica".

Infine, l’invocazione che suona come un grido di giustizia e compassione, destinato a risuonare ben oltre i confini delle mura vaticane: "La Chiesa non si stancherà di ripetere: tacciano le armi. E vorrei ringraziare Dio per quanti nel silenzio, nella preghiera, nell'offerta cuciono trame di pace; e i cristiani, orientali e latini, che, specialmente in Medio Oriente, perseverano e resistono nelle loro terre, più forti della tentazione di abbandonarle".

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