27 Dicembre 2024
PI carabinieri hanno inferto il primo colpo alla gang che da settimane tiene sotto scacco negozianti e ristoratori di Genova e dintorni. Sono i ladri che sfondano le vetrine utilizzando le coperture in ghisa dei tombini e arraffano tutto ciò che di valore trovano nei locali presi di mira. Nella notte fra Natale e il 26, Santo Stefano, i militari del nucleo radiomobile della compagnia di Arenzano hanno arrestato due uomini e denunciato un diciottenne. Con l’accusa di aver ripulito, dopo aver agito con quella tecnica per entrare, un negozio, un bar e il circolo velico Costaguta di Voltri, poche ore prima. Uno di loro, per chi indaga, è verosimilmente legato al gruppo - ampio, che entrerebbe in azione di volta in volta con una composizione diversa - soprannominato ormai in città “la banda del tombino”.
I carabinieri di Arenzano hanno ricevuto il primo allarme alle 2 di ieri mattina. Così si precipitano in via Camozzini, a Voltri, dove qualcuno era riuscito a spaccare la vetrata di un bar, entrare dentro e arraffare pochi euro del fondo cassa e alcuni prodotti alimentari. Poco dopo un’altra segnalazione, questa volta da un negozio di serramenti in via Don Giovanni Verità. Altra vetrina mandata in frantumi. I carabinieri iniziano a controllare i video delle telecamere, scoprendo che a colpire in via Camozzini e lì in quel negozio erano state tre persone. Immortalate nei filmati mentre camminano tranquillamente per strada con in mano lo stesso chiusino, anziché rimuoverne uno davanti a ciascun negozio. Senza neppure il timore di essere scoperti o fermati da qualche pattuglia di passaggio. Grazie anche alle immagini delle telecamere, i militari ricostruiscono il percorso fatto dai ladri e li trovano vicino alla stazione ferroviaria. Ed è proprio lì che scoprono, incontrando uno dei gestori, che anche il circolo nautico Costaguta di piazza Nicolò da Voltri è stato visitato. Ancora da quel trio.
Il bottino? Complessivamente poche centinaia di euro, come detto qualche prodotto alimentare e una bicicletta. Che il gruppetto ha arraffato ma poi confessa di aver nascosto, svelando ai carabinieri dove recuperarla. I due arrestati sono un cittadino di nazionalità marocchina di 47 anni e uno originario della Colombia di 36. Il terzo è un diciottenne italiano incensurato. Per lui scatta una denuncia a piede libero. Secondo i primi accertamenti dei militari, il quarantasettenne potrebbe aver partecipato a diversi altri colpi nelle scorse settimane. Le indagini sono in corso.
Mentre a Voltri i carabinieri bloccavano i tre, nelle zone più centrali della città sempre l’altra notte sono stati messi a segno altri due furti con le stesse modalità. Uno in via Interiano, a pochi passi da piazza Portello, dove è stato preso di mira un bar. E uno a Principe, in un chiosco davanti alla stazione ferroviaria, dove però chi ha cercato di rompere il vetro non è riuscito nel proprio intento. Carabinieri e polizia stanno ancora indagando, per cercare di dare un nome a tutti i membri della banda. Che, come già accennato, potrebbe essere formata da diversi individui, che agiscono poi in gruppi numericamente più ristretti. Con la presenza di un palo per dare l’allarme in caso di disturbatori o forze dell’ordine in arrivo. Non è certo la prima volta che vengono utilizzati oggetti pesanti come la copertura di un tombino per commettere spaccate, ma una sequenza di colpi come questa ha richiamato l’attenzione degli investigatori. Per cercare di interromperla il prima possibile. Un input importante all’inchiesta si attende dai riscontri scientifici su alcune tracce di sangue trovate dai carabinieri sulla scena di uno dei furti. Quello nel ristorante Broadside di via XII Ottobre, in centro. La speranza è che possa essere isolato un Dna già schedato, portando all’identificazione di uno dei membri della banda.
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