08 Settembre 2024
Fonte pixabay
Sta riscontrando una certa diffusione, in questi giorni, un articolo, che si trova su diverse testate, e che parla di un giovane precario costretto ad abitare sulla propria auto. Così ad esempio sul "Corriere del Veneto": «Precario a 26 anni, la mia vita social tra frigo e toilette da campo». I professionisti dell'informazione tengono a far sapere che questa vicenda diventerà anche un film. In questa storia, ciò che più stupisce non è tanto la sorte del giovane malcapitato, una delle tante vittime della precarizzazione neoliberista e delle asimmetrie dominanti nel quadro del turbocapitalismo globalizzato. A colpire è invece lo stile narrativo adottato dagli araldi del consenso e dal clero giornalistico regolare: non una sola parola di condanna della condizione del mondo del lavoro, ogni giorno più disumana e più spietata. Non una sola considerazione su come la classe lavoratrice, complessivamente intesa, abbia continuamente perso diritti e dignità dagli anni 90 ad oggi. Non un solo commento sul rapporto indecente tra capitale e lavoro nel quadro della globalizzazione neoliberale egemonica. No, nulla di tutto questo. Lo stile narrativo degli autoproclamati professionisti dell'informazione procede in direzione contraria: e quasi prova a celebrare, a encomiare e a santificare questa situazione, suggerendo obliquamente che potrebbe essere una buona opportunità per tutti. Uno stile di vita cool, eccitante e fuori dai monotoni schemi della tradizione di chi è solito abitare sotto un tetto. Non possono allora non venire alla mente le programmatiche parole del forum di Davos, consesso della classe cosmopolitica dominante: "2030, non avrai più niente e sarai felice". È il ben noto programma del blocco oligarchico neoliberale per il popolo degli abissi; programma che gli araldi del consenso si peritano di celebrare come entusiasmante ed eccitante, degno di essere seguito da tutti, all'insegna di un nuovo e meraviglioso stile di vita all'altezza dell'ordine globalizzato. Si tratta oltretutto di una mirabile esemplificazione del modus operandi dell'ideologia: la quale in fondo ha un unico obiettivo, fare sì che i prigionieri della caverna, anziché adoperarsi per evadere, amino le proprie catene con stolta letizia.
Di Diego Fusaro.
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