11 Luglio 2024
Fonte: imagoeconomica
Novità sulla morte dell'ex magistrato Paolo Borsellino. I figli hanno citato la presidenza del Consiglio e il Viminale, "responsabili civili per il depistaggio fatto da quattro poliziotti". Quest'oggi si è tenuta l'udienza preliminare in cui sono indagati i quattro investigatori, accusati di depistaggio nell'ambito delle indagini sulla strage di via D'Amelio.
i figli di Paolo Borsellino – Lucia, Manfredi e Fiammetta – chiedono conto e ragione allo Stato. La morte del magistrato nel lontano 19 luglio 1992 è stato in assoluto uno degli eventi più tragici nella storia del nostro Paese.
Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli. Sono questi i nomi dei quattro poliziotti che avrebbero dichiarato il falso deponendo come testi nel corso del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio, e tirati in ballo dai familiari dell'ex magistrato. Diversi avvocati hanno chiesto la citazione, come responsabili civili, della presidenza del consiglio dei ministri e del ministero dell'Interno. Gli avvocati Fabio Trizzino e Vincenzo Greco, legali dei figli di Paolo Borsellino, hanno dichiarato: "Noi siamo sempre presenti in ogni sede dove si possa ristabilire la verità, sempre fedeli all'eredità morale del giudice Paolo Borsellino".
"Abbiamo massima fiducia nei confronti delle istituzioni e della magistratura in particolare. Questo processo è un'appendice del processo principale che si è concluso che fa parte di una cornice all'interno della quale sembra esserci il coinvolgimento di vari livelli istituzionali".
Questa mattina erano presenti in aula anche due degli imputati, vale a dire Giuseppe Di Gangi e Vincenzo Maniscaldi. Secondo l’accusa i 4 poliziotti, avrebbero coperto i colleghi Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, imputati di calunnia aggravata per aver favorito Cosa Nostra, appartenenti al gruppo d’indagine Falcone-Borsellino guidati da Arnaldo La Barbera
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