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Giacomo Bozzoli, fuga in Maserati con la compagna e il figlio di 9 anni, il suocero: “Sono in Francia”

Su di lui pende un mandato d'arresto internazionale, di lui non c'è traccia da 10 giorni

03 Luglio 2024

Giacomo Bozzoli, fuga in Maserati in un Paese al confine con l'Italia con la compagna e il figlio di 9 anni, deve scontare l'ergastolo

Giacomo Bozzoli, fonte: Facebook, @Questa è la Val Trompia

Di Giacomo Bozzoli non si hanno tracce da almeno 10 giorni. Il 40enne avrebbe ordito una fuga con la Maserati con la compagna Antonella Colossi e il figlio di nove anni, e si troverebbe in un Paese al confine con l'Italia e sarebbero in corso tentativi di convincerlo a tornare. Nel frattempo sono state inviate segnalazioni a polizie, aeroporti, ferrovie, alberghi e porti di tutta Europa. L'uomo, condannato all'ergastolo per aver ucciso suo zio Mario e averlo gettato nel forno, ha ricevuto due giorni fa la sentenza definitiva da parte della Cassazione. Su di lui pende un mandato d'arresto internazionale. Per il suocero invece sarebbero in una località non ancora nota della Francia.

Giacomo Bozzoli, fuga in Maserati in un Paese al confine con l'Italia con la compagna e il figlio di 9 anni

Giacomo Bozzoli è latitante. Il 40enne deve scontare una condanna all'ergastolo: non ha seguito l’udienza a Roma, mentre in tribunale era presente il padre Adelio, il quale avrebbe riferito che il figlio si trovasse nella sua abitazione sul lago di Garda. Ma di Bozzoli non c'è traccia da almeno 10 giorni. Un tentativo di fuga forse pianificato, anche perché il giardino della sua villa si presenta con l'erba alta. Il suo ultimo accesso su WhatsApp è alle 3.30 della notte fra domenica 23 giugno e il lunedì successivo. Giorno in cui l'uomo ha probabilmente chiuso tutto, convinto a portare con se la compagna e il figlio, nato pochi mesi prima della strage, ed è fuggito. Secondo alcune indiscrezioni si troverebbe in un Paese confinante con l'Italia.

Già in primo grado e in appello a Brescia era stato condannato all’ergastolo, ed è rimasto in libertà per nove anni. L'omicidio dello zio ebbe luogo l'8 ottobre 2015. Il movente: odio personale e la convinzione che lo zio intralciasse i suoi progetti lavorativi e di guadagno.

"Qualunque cosa abbia architettato per avere un futuro da uomo libero, la vedo complicata", ha ammesso uno degli investigatori. "Le possibilità di farcela sono scarse tendenti a zero", ha affermato.

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