11 Maggio 2024
Il gestore non ha chiamato le forze dell’ordine quando uno dei clienti del circolo ha aggredito l’ex fidanzata cercando di percuoterla con una pietra. E non lo ha fatto neppure quando l’uomo e i suoi amici hanno ingaggiato una vera e propria rissa con il gruppo di persone che avevano accompagnato la donna in quel locale e che volevano difenderla. A chiamare la polizia, però, quella sera (era la vigilia del Primo maggio) ci ha pensato chi vive a Sampierdarena. E alla fine gli agenti delle volanti sono riusciti (a fatica) a sedare la rissa. Per il mancato intervento del titolare e perché il circolo “Il Faro” (con altri nomi, però) non è nuovo a episodi del genere, il questore Silvia Burdese ha deciso la chiusura del locale per trenta giorni. La ragazza, ferita a colpi di pietra, è stata ricoverata al Galliera per contusioni e un forte stato di choc. L’ex compagno è stato denunciato per tentate lesioni aggravate. Per tutti gli altri scatterà l’accusa di rissa, anche se i partecipanti devono essere ancora identificati dagli uomini del commissariato di Cornigliano.
Il Faro ha già subito una decina di sospensioni della licenza, nonostante dal 2011 (anno della sua inaugurazione) abbia cambiato gestione parecchie volte. E le forze dell’ordine, in particolare nei fine settimana, da tempo lo monitorano attentamente. L’ultima chiusura è stata ritenuta necessaria «per porre fine - spiega una nota della questura - a una situazione grave di pericolosità sociale causate dalle condotte violente dei frequentatori del circolo, molti dei quali pregiudicati, spesso correlate a un’incontrollata assunzione di bevande alcoliche». Ed è proprio la quantità di alcol consumata nel locale (una sorta di disco club) a preoccupare polizia e carabinieri. «L’obiettivo - conclude la nota - è impedire, attraverso la chiusura, il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale affinché non si ingeneri nei cittadini l’erronea convinzione di dover convivere nell’illegalità e nel timore di subire aggressioni».
Del resto, i precedenti sono pesanti: spesso frequentatori del locale concludono la serata dando vita a risse. Alcuni anni fa, dopo una guerriglia urbana a colpi di spranghe e bottiglie rotte, che aveva coinvolto una quindicina di persone, il presidente del circolo di allora aveva mantenuto un atteggiamento poco collaborativo e alla fine aveva ostacolato la precisa ricostruzione dei fatti per far sì che non fosse attribuita alcuna responsabilità al gestore. Tentativo fallito, però. E infatti il club era stato chiuso per quaranta giorni. Neppure il periodo di sospensione più lungo, visto che una volta la serrata era durata più di due mesi, dopo che un venticinquenne aveva perso la vista da un occhio a causa di una serie di colpi con un tirapugni che lo avevano raggiunto in testa durante una zuffa con un coetaneo che lo accusava di aver insultato la sua fidanzata.
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