11 Aprile 2024
Vincenzo Franchina
Vincenzo Franchina è una delle vittime della strage di Suviana. Il 36enne originario di Sinagra, comune di circa 2mila anime nel messinese, era emigrato circa un anno fa per lavoro, ed è rimasto intrappolato nell'esplosione della centrale idroelettrica di Bargi. Il Giornale d'Italia ha intervistato il sindaco di Sinagra Nino Musca, per conoscere meglio Vincenzo e capire come la comunità sta interpretando il lutto.
Che ragazzo era Vincenzo?
"In paese ci conosciamo tutti, lo conoscevo perché ancor di più insegnavo in una scuola superiore della stessa che lui frequentava, era tornato con me a casa alcune volte, capitava che davo dei passaggi a degli studenti, era un ragazzo come tutta la famiglia, lavoratore. Appena diplomato ha cominciato a lavorare, da un anno era andato su, a gennaio dello scorso anno avevo avuto il piacere di celebrare le nozze, a maggio Vincenzo celebrò anche quello religioso, e poi è diventato papà. Si è trasferito a Genova dove la moglie fa l'infermiera al Gaslini. Lavorava per questa impresa che faceva assistenza. La sua è una famiglia di grandi lavoratori, persone educate, che non tollerano mai una parola fuori posto".
Il comune come ha preso questa notizia?
"Mai nessuno pensa possano accadere queste cose, devo dire che la comunità è sgomenta, si respira per le strade molto dolore, compostezza, si fa fatica a parlare, per me non è semplice, parlo per il nome di questo ragazzo, per quello che era questa persona, gentile, educata. Noi politici siamo i primi a dare il cattivo esempio", spiega il sindaco.
Si è dato una spiegazione su questo incidente e su come sia potuta accadere una strage simile?
"Per quanto mi riguarda è il momento del dolore, io sono un ingegnere meccanico-energetico, me ne occupo di queste cose, dall'esterno si possono fare solo congetture, il nostro compito sarà quello di piangere le vite, gli inquirenti avranno gli strumenti per approfondire le cose". Poi il sindaco prova a paventare un'ipotesi: "Se fosse esplosa una turbina ci sarebbe acqua e non l'incendio, potrebbe essere stato il generatore", anche se, "sono congetture un po' pragmatiche. Quando feci il mio insediamento sette anni fa, ebbi la sorpresa un mese dopo la prefettura mi comunicò che sarebbero arrivati dei migranti a Sinagra".
"Io dissi 'ci sono uomini e vite e prima accogliamoli, poi vedremo tutto il resto, ma intanto risolviamo questo', alla stessa maniera oggi dico che è il momento del pianto, non possiamo fare altro. Siamo a disposizione della famiglia, l'ho detto e sottolineato quindi faremo tutto che è nel nostro potere di poter fare, e tutto quello che vuole la famiglia vorrà, che è di estrema dignità, che sta vivendo questo enorme dolore con grande dignità. Noi possiamo affiancarli e accudirli", conclude il primo cittadino.
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