30 Marzo 2024
Gli elementi che più hanno allarmato gli investigatori sono stati la consuetudine che stava via via palesando con lo studio delle armi automatiche e il disprezzo per le donne, certificato da innumerevoli post, oltre al fatto che s’apprestasse a lasciare l’Italia.
Inizierà a maggio il processo in Corte d’assise per Faysal Rahaman, l’operaio di 22 anni originario del Bangladesh ma residente a Genova arrestato a ottobre dalla Digos con l’accusa di fare parte della organizzazione terroristica pakistana “Ttp” (l’addebito penale è l’associazione terroristica internazionale). Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo Federico Manotti, erano partite dopo che il fratello minorenne aveva portato a scuola disegni della moschea di Gerusalemme con un kalashnikov e la scritta «7 sky». Rahaman si stava organizzando per lasciare l’Italia e aveva cercato informazioni su come poter viaggiare in Europa con la sola ricevuta della presentazione di rinnovo del permesso di soggiorno, accompagnata da altro documento. Aveva chiesto delucidazioni sul costo d’un biglietto e, per l’accusa, aveva divulgato e fatto propaganda di messaggi di matrice qaedista. L’ipotesi degli investigatori è che l’operaio volesse lasciare il nostro Paese per raggiungere i componenti d’una cellula terroristica per compiere attentati oppure recarsi in Pakistan attraverso Francia e Spagna, sempre con l’obiettivo di colpire.
In rete si faceva chiamare «soldato di Dio» e così dettaglia i suoi principali addebiti il pm Manotti. «Rahaman - ribadisce quindi il magistrato - aderisce al gruppo informale denominato “il Gruppo dei 20” (a sua volta promanante da quello creatosi su Facebook e denominato “20 mila discepoli”), composto appunto da venti soggetti tra cui l’odierno indagato, inizialmente creato per “fare Jihad contro gli Indù” e pubblicizzato in rete mediante un video-manifesto». Soprattutto: «Compie attività di auto-addestramento finalizzata, in prospettiva, al compimento di atti di violenza ovvero sabotaggio di servizi pubblici essenziali... segnatamente l’indagato acquisisce in autonomia istruzioni sull’uso di armi da fuoco, in particolare sul fucile mitragliatore denominato “AK - 47”, e sulle tecniche militari di combattimento». Infine: «Manifesta in rete la sua disponibilità al combattimento e al martirio mediante il compimento di attentati suicidi, creando e pubblicando un video nel quale si riprende mentre effettua esercizi ginnici, anche di derivazione militare, con in sottofondo l’audio della canzone “Soldiers of Allah” in lingua araba, nonché creando e pubblicando un video in cui si riprende mentre ripete le parole di un canto apologetico del martirio in nome dell’Islam». —
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