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Veronica velina ingrata: vizi privati, pubblici lamenti

Per la seconda volta lady Berlusconi denuncia sui giornali le scelte del marito. Stavolta il pretesto sono le soubrette nelle liste PDL, ma si dimentica che pure lei...

27 Febbraio 2004

Veronica velina ingrata: vizi privati, pubblici lamenti

"È la seconda volta che Veronica Lario consegna i propri sfoghi di sposa insoddisfatta a mezzi di comunicazione; e sia nel primo caso sia nel secondo ci siamo domandati cosa l'abbia spinta a rivolgersi ai giornalisti anziché agli avvocati, sicuramente più idonei a dirimere contenziosi coniugali.

Non abbiamo saputo darci una risposta. Posso solo dire che nei panni della signora - e mi è difficile immaginarmi coi tacchi a spillo - avrei agito diversamente, anche solo per evitare il rischio di un ricovero coatto in struttura psichiatrica.

Veronica quindi, consapevolmente o no, non si limita a deplorare il coniuge, ma offende gravemente le fanciulle in questione raggruppandole nella categoria "ciarpame" cui probabilmente attribuisce un significato semanticamente scorretto. Il dizionario Devoto Oli, infatti, alla voce "ciarpame" recita: "congerie di roba vecchia e di nessun pregio"; mentre le fortunelle selezionate dal premier sono giovani e avvenenti, insomma carne fresca altro che stagionata.

Inoltre non si tratta soltanto di fisici attraenti, ma di persone culturalmente attrezzate (almeno in teoria), provviste di regolare laurea e, alcune di esse, con un curriculum non banale. L'unico loro difetto, agli occhi della signora Lario in Berlusconi, è che esse hanno avuto esperienze televisive, come se ciò bastasse a squalificarle. 

Un pregiudizio che madame non dovrebbe avere perché lei stessa proviene dal mondo dello spettacolo, e memorabili sono le sue esibizioni a torace nudo sul palcoscenico del teatro Manzoni (Milano) dove Silvio la conobbe, innamorandosene.

Non è gentile disprezzare con tanta forza ex colleghe la cui buona reputazione non va messa in dubbio senza prove convincenti, dato che il valore di una donna non è sminuito, semmai accresciuto, dalla bella presenza.

Andiamo giù piatti. Veronica ha commesso errori gravi, imperdonabili anche a una moglie amareggiata causa eccessi di disinvoltura del marito, grazie al quale comunque vive da principessa, probabilmente con molto piacere non avendo mai manifestato il desiderio di divorziare, nonostante le periodiche scenatacce. 

Non vogliamo fare della dietrologia applicata a corna presunte, però il sospetto che sia più facile sopportare tradimenti e atteggiamenti ambigui del coniuge piuttosto che lo scioglimento di un matrimonio vantaggioso è giustificato da mille segnali e dalla logica. Una donna esasperata da una situazione famigliare insostenibile non si reca in redazione ma in tribunale. E magari, per rispetto dei figli e di sé medesima, non suona la grancassa sollevando uno scandalo da copertina.

Se lo scopo di Veronica era quello di vendicarsi dello sposo, avendo scoperto che non è un frate trappista, lo ha di certo raggiunto. Con molto ritardo, e moltissima ingratitudine.

Anche a me sono capitati dei litigi in famiglia, come a tutti, ma non mi è mai venuto in mente di raccontarli a un qualche cronista. Veronica invece, quando a suo giudizio il marito si comporta male, non se ne lagna con lui ma va in piazza a gridare la propria rabbia.

Sarà una donna stravagante, forse eccentrica; sicuramente è pericolosa per Berlusconi, capo del più grande partito italiano, impegnato nella campagna elettorale europea, e presidente del Consiglio. Un uomo cioè chiamato a responsabilità da cui non può essere distratto dai capricci rumorosi della moglie.

Nella lettera inviata a FareFuturo (la Fondazione di Gianfranco Fini che ha sollevato la questione delle belle ragazze in attesa di essere inserite nelle liste PdL dei candidati a Strasburgo) la signora critica il consorte, definito con ironia Imperatore, per la sua intenzione di trasferire in politica alcune veline, attrici e similari. Usa toni sferzanti, polemici insinuando che Silvio sia indotto alla scelta delle aspiranti parlamentari da spirito ludico, per non dire da pensieri lubrici."

Di Vittorio Feltri.

Fonte: Libero

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