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Omicidio in barberia a Genova, indagato sviene davanti al pm, perizia inguaia il titolare del negozio

Kamel Abdelwahab, uno dei due uomini accusati di aver ucciso Mahmoud Abdallah, ha perso i sensi ed è stato portato in ospedale. Aveva chiesto di essere interrogato

18 Febbraio 2024

Omicidio in barberia a Genova, indagato sviene davanti al pm, perizia inguaia il titolare del negozio

E' svenuto e il pm ha sospeso l’interrogatorio di Kamel Abdelwahab, detto Tito, l’uomo di 27 anni in cella perché indagato dell’omicidio di Mahmoud Abdallah, il ragazzo di origine egiziana di 19 anni trovato senza testa e mani la scorsa estate al largo di Santa Margherita. Prima la seduta era stata interrotta da un allarme bomba, poi nel pomeriggio nuovamente: questa volta perché l’uomo è svenuto davanti alla pm, Daniela Pischetola, che lo stava interrogando. Tito, difeso dall’avvocato Carlo Manti, aveva chiesto di essere sentito per respingere alcune accuse. Sul posto sono intervenuti i medici del 118 che lo hanno poi trasferito all’ospedale San Martino. Kamel era stato arrestato insieme ad Abdelghani Ali, detto Bob, 26 anni.

Nei giorni scorsi sono state depositate le perizie sui telefoni dei due indagati. Dall’analisi sarebbe emerso che Mohamed Ali, detto Aly, il titolare della barberia di via Merano a Genova Sestri Ponente e mai indagato, avrebbe detto a Tito poche ore dopo il delitto di cancellare le chat. Il titolare della barberia era andato in Egitto il 26 giugno, dopo che la guardia di finanza aveva compiuto un’ispezione nel suo salone, durante la quale la vittima aveva denunciato irregolarità nella gestione dei lavoratori. Dalla perizia emerge che tutti i messaggi, immediatamente prima e dopo il delitto, sono stati eliminati.

Gli inquirenti avevano già scoperto che la mattina del 23 luglio, poche ore prima di essere ucciso, Mahmoud aveva ricevuto diverse telefonate da Aly e Bob. In una di queste, il titolare aveva detto alla vittima di andare a Sestri, dove gli avrebbero dato i soldi che gli spettavano come liquidazione visto che voleva andare a lavorare per un barbiere concorrente. Nell’appartamento dormitorio, secondo l’accusa, Tito e Bob lo avrebbero invece ucciso con un coltello e poi avrebbero infierito sul cadavere con una mannaia comprati poche ore prima in un negozio. Avrebbero poi messo il corpo in un trolley e lo avrebbero portato a Santa Margherita dove avrebbero gettato in mare la testa e le mani per non farlo riconoscere.

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