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Zara, campagna pubblicitaria The Jacket ritirata, bufera social: "Offende vittime di Gaza, modelle tra le macerie e manichini senza arti"

Bufera sul marchio d'abbigliamento per la nuova campagna pubblicitaria che ricorda i morti a Gaza. Boicottaggio social

12 Dicembre 2023

Zara, campagna pubblicitaria The Jacket ritirata, bufera social: "Offende vittime di Gaza", con modelle tra macerie

Fonte: Instagram @Zara

È bufera sulla campagna pubblicitaria di Zara. "The Jacket", così chiamata, raffigura modelle tra le macerie e manichini senza arti o dentro sacchi di plastica. Un chiaro riferimento, secondo i social, al genocidio di Gaza. La campagna vede al centro la modella Kristen McMenamy. Il servizio fotografico è stato realizzato per promuovere la quarta collezione di Zara Atelier, incentrato sulla giacca di pelle della top model. Ma c'è più, purtroppo. Ed a scatenare la polemica è lo scenario al centro delle foto.

Zara, campagna pubblicitaria The Jacket ritirata. Ecco perché

Uno scenario che secondo moltissimi utenti, prenderebbe ispirazione alla guerra in corso tra Israele ed Hamas. Manichini che vengono avvolti nei sacchi di plastica, statue di corpi umani avvolti nel cellofan che si rifanno ai cadaveri palestinesi che vengono avvolti nei tradizionali sudari bianchi. Almeno così è sembrato a tantissimi utenti e consumatori che hanno deciso di far sentire la loro voce lanciando l'hashtag #boycottZara.

Un appello che il brand low cost ha ascoltato appieno. La campagna pubblicitaria è stata ritirata e l'azienda tramite un lungo post sui social ha precisato le sue motivazioni. "La campagna, ideata a luglio e fotografata a settembre, presenta una serie di immagini di sculture non finite nello studio di uno scultore ed è stata creata con l'obiettivo di presentare capi di abbigliamento realizzati a mano in un contesto artistico. Purtroppo alcuni clienti si sono sentiti offesi da queste immagini e vedevano in loro qualcosa di molto lontano da ciò che si intendeva". 

Zara si è poi scusata ribadendo "il suo profondo rispetto per tutti''. Già nel 2021 il marchio di abbigliamento e accessori di proprietà del gruppo spagnolo Inditex era stato fortemente criticata per alcuni commenti contro la Palestina a opera della sua Head of Designer Vanessa Perliman, la quale aveva attaccato una modella palestinese su Instagram, rispondendo alle sue storie a tutela dei suoi connazionali.

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