17 Novembre 2023
Fonte: flickr
La lettera all'America pubblicata da Osama bin Laden nel primo anniversario degli attacchi dell'11 settembre, proprio per rivendicare gli attentati di New York, è diventata, oltre 20 anni dopo, virale su TikTok, scatenando non poche bufere sul social cinese. Nel testo del famigerato documento, infatti, sono molti i riferimenti da parte del leader di al Qaeda alla lotta contro "l'imperialismo americano" ed i presunto controllo dei media statunitensi da parte degli ebrei. Riferimenti che migliaia di giovani occidentali della generazione Z stanno in queste ore condividendo, anche in Italia.
Una lettera, quella scritta all'indomani dell'attacco dell'11 settembre del 2001 dal leader di al Qaeda alla prima potenza mondiale che era finita, dopo i turbolenti anni della guerra al terrore di Bush figlio di inizio secolo, nel "dimenticatoio". Almeno fino ad oggi, fino a quando, magia dell'algoritmo, la letter to America wave ne ha fatto il nuovo trend di TikTok, tanto da costringere piattaforma, e non solo, a correre ai ripari.
La traduzione del testo in cui si inneggia alla guerra contro "l'imperialismo americano" e si accusano gli ebrei di controllare i media Usa, ad esempio, è stata cancellata dagli archivi del Guardian, dopo che, nel lontano 2002, la testata simbolo della sinistra britannica ne aveva orgogliosamente messa a disposizione dei suoi abbonati la lettura.
La stessa TikTok è intervenuta censurando alcuni dei post con l'hashtag #lettertoamerica, tra i quali figuravano video con oltre 14 milioni di views, anche se contenuti simili ma con diversi hashtag (ad esempio #Osama) continuano ad essere fruibili dagli utenti. Non solo, mercoledì 15 novembre una video riunione tra i dirigenti di TikTok Usa ed alcune delle personalità più in vista della comunità giudeo-americana, tra cui gli attori ebrei Sacha Baron Cohen e Amy Schumer, si è conclusa con una nota di condanna contro l'apparente aumento di contenuti antisemiti che il trend sembrerebbe aver anticipato.
Non mancano tuttavia osservatori che ritengono la questione della viralità della lettera all'America una conseguenza, più che una causa, dell'ascendente anti sionismo registrabile in occidente, secondo molti figlio della conduzione del conflitto israelo-palestinese da parte dello Stato ebraico.
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