17 Novembre 2023
Fonte: imagoeconomica
L’agenda rossa di Paolo Borsellino sarebbe "nascosta in casa del poliziotto La Barbera". L'affermazione è di quelle forti e fa rumore, tant'è che il mese scorso sono scattate alcune perquisizioni nell’indagine aperta dalla procura. La rivelazione ai magistrati di Caltanissetta è stata fatta proprio da una persona vicina alla famiglia. Arnaldo Barbera è un ex poliziotto, funzionario e prefetto italiano, morto di tumore nel 2002. Da capo della mobile di Palermo arrestò diversi latitanti a cavallo tra il 1988 e il 1994.
A casa di Arnaldo Barbera si troverebbe l'agenda rossa di Paolo Borsellino? Possibile. Anche se, da quanto si apprende, i carabinieri non hanno trovato prove durante le perquisizioni a casa della vedova e di una delle figlie, rispettivamente a Roma e a Verona. L'inchiesta porta di nuovo al centro il caso dell’agenda rossa del giudice assassinato insieme alla sua scorta il 19 luglio 1992 in via d’Amelio.
Il decreto di perquisizione collega un nuovo fotogramma dei momenti della strage con la pista d’indagine che riguarda Giovanni Arcangioli. Il colonnello è stato fotografato mentre teneva in mano la borsa del giudice. Questa sarebbe poi stata consegnata ad un ispettore di polizia e poi finita nella stanza di un dirigente. Cinque mesi dopo l’accaduto Arcangioli scrisse la relazione.
La Barbera "ha avuto un comportamento inqualificabile. Dapprima disse alla vedova che la borsa del marito era andata distrutta. Poi gliela restituì mesi dopo, negando la presenza dell’agenda rossa". Così il tribunale di Caltanissetta.
"A fronte dell’insistenza della ragazza, che usciva persino dalla stanza, sbattendo la porta il dottor La Barbera, con la sua voce roca, disse alla vedova che sua figlia necessitava di assistenza psicologica, in quanto delirava e farneticava", continuano i magistrati. "Un atteggiamento che rivelava non solo un’impressionante insensibilità per il dolore dei familiari di Paolo Borsellino, ma anche un’aggressività volta a mascherare la propria evidente difficoltà a rispondere alle domande poste, con grande dignità e coraggio, da Lucia Borsellino".
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