13 Novembre 2023
Fonte: flickr
Perchè l'anguria è diventata il simbolo della Palestina sui social? L'emoji del grosso frutto, a quanto pare, sarebbe utilizzata online per aggirare la censura, collegando i suoi colori a quelli della bandiera della nazione araba, ma dietro alla scelta ci sarebbero anche ragioni storiche e culturali. Ragioni che nelle ultime settimane, dopo l'invasione della Striscia di Gaza da parte di Israele, e la catastrofe umanitaria per oltre 2 milioni di civili che ne è conseguita, hanno fatto inondare tik tok, Instagram, X (ex Twitter) e Facebook, di milioni di immagini di angurie. Sul social cinese, in particolare, l'emoji in questione sarebbe arrivata ormai a superare oltre un miliardo di visualizzazioni.
I motivi dell'esplosione di popolarità del frutto estivo sui social sono vari, e collegati al conflitto israelo-palestinese. L'anguria, infatti, viene online utilizzata come senhal atto ad indicare la nazione araba, senza citarla direttamente. Per via del colore, innanzitutto: oltre che sulla bandiera italiana, infatti, le tinte verde, bianco e rosso tipiche del frutto si ritrovano anche in quella palestinese, nella quale è presente anche il nero (simboleggiato dai semi).
Non mancano poi i richiami storici. Proprio per via della coincidenza cromatica, pare che l'anguria fosse già stata scelta in passato per rappresentare la nazione palestinese. Nel, 1967, in Cisgiordania, quando l'occupazione israeliana seguita alla guerra dei 6 giorni vietò l'esposizione pubblica di bandiere e drappi verde, bianchi, rossi e neri, e nel 1980 quando agli artisti Sliman Mansour, Nabil Anani e Issam Badr, fu fatta chiudere la loro mostra per via di opere d'arte considerate "troppo politiche" e filo-palestinesi da parte di Tel Aviv. Alla loro domanda su cosa sarebbe successo se avessero esposto un'anguria, gli sarebbe stato risposto: "Verrebbe requisita".
Nonostante la maggior parte degli storici ritengano questi episodi essere leggende metropolitane, il loro impatto narrativo resta comunque molto vivace, ed il timore di shadow ban e censure da parte delle principali piattaforme social, non confermate ma secondo numerosi osservatori sempre più certe, nei confronti di quanti online esprimano sostegno per la causa palestinese, ha fatto adottare il frutto estivo come simbolo non ufficiale, ma riconosciuto, della nazione araba.
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