30 Ottobre 2023
Fonte: Wall Street Journal
Doveva essere (come sempre) la più grande fiera italiana dedicata ai fumetti e ai giochi. Ma il Lucca Comics, quest’anno, è diventato il festival della polemica per il patrocino di Israele alla kermesse. Dopo Zerocalcare e Fumettibrutti, che hanno deciso di disertare l’evento che aprirà i battenti il 1° novembre perché contrari all’egida israeliana, anche Amnesty International non parteciperà al Lucca Comics per lo stesso motivo. Una decisione, quella dell’organizzazione in difesa dei diritti umani, che ha scatenato un botta e risposta col ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, Matteo Salvini.
“Il patrocinio dell’ambasciata israeliana ci spinge a rinunciare alla nostra presenza”, ha annunciato Amnesty in una nota. “Comprendiamo sia prassi consolidata il patrocinio di ambasciate dei paesi di provenienza degli artisti che realizzano l’immagine del festival, ma non possiamo ignorare che le forze israeliane stanno incessantemente assediando e bombardando la Striscia di Gaza, con immani perdite di vite civili”.
Salvini, sui social, ha definito “razzista” la presa di posizione di Amnesty. E la replica dell’organizzazione non si è fatta attendere. “Salvini ha dimostrato di non sapere cos’è il razzismo: cosa molto strana giacché è un esperto in materia”, ha ribattuto su Instagram il portavoce di Amnesty in Italia, Riccardo Noury. “Nei vari barometri dell’odio dell’organizzazione non governativa, in materia di razzismo, Salvini risulta essere decisamente un esperto”.
Il “barometro dell’odio” è un report annuale stilato da Amnesty attraverso un monitoraggio costante delle pagine Facebook e dagli account Twitter di 85 politici, che nel 2022 ha monitorato circa 29 mila post. “Un contenuto su 100 incitava alla discriminazione di una persona o di un gruppo di persone”, ha proseguito Noury. “I temi più cavalcati per diffondere messaggi d’odio da parte dei politici sono stati immigrazione (53%), minoranze religiose (36%), mondo della solidarietà (35%), Lgbtqia+ (31%) e giustizia di genere (26%)”. In questa misurazione, secondo il portavoce italiano di Amnesty, la coalizione del centrodestra “ha pubblicato oltre il doppio dei contenuti offensivi e/o discriminatori rispetto alla coalizione del centrosinistra”.
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