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Vannacci al GdI: “il libro 'il Mondo al Contrario' ha venduto 207mila copie, 17.800 il giorno dell'articolo di Pucciarelli e Cazzullo, dedico a loro il successo, gli manderò 2 casse di prosecco”

Il Generale Roberto Vannacci al Giornale d'Italia: "ho pubblicato un post su Facebook per dedicare il successo commerciale del mio libro 'il Mondo al Contrario' ai giornalisti di Repubblica e del Corriere della Sera, grazie a loro sono state lanciate le vendite

22 Ottobre 2023

Vannacci a iGDI: “207 mila copie del mio libro vendute grazie a Pucciarelli e Cazzullo”

Fonte: Facebook, dal profilo del generale Roberto Vannacci

Dopo l'inserimento del libro di Roberto Vannacci "Il Mondo al contrario" nei testi di educazione civica del liceo scientifico Ribezzo di Francavilla Fontana, il generale è tornato a parlare con il Giornale d’Italia riguardo un suo post su Facebook in cui dedicava il successo del suo libro – e le 207 mila copie vendute – ai giornalisti Mattia Pucciarelli di Repubblica e Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, spiegando le motivazioni dietro questo messaggio e le sue parole:
"Le 207.000 copie le dedico a Pucciarelli (Repubblica) e Cazzullo (Corriere della Sera). Mai marketing e promozione sono stati cosi efficaci e, per giunta, gratis!" 

Il generale Vannacci al GdI: “A Pucciarelli e Cazzullo dedico la popolarità del mio libro. Il più scorretto Pucciarelli”. Manderò loro 2 casse di prosecco

Riguardo al messaggio su Facebook rivolto ai due giornalisti, il generale spiega al Giornale d'Italia: “Dedico il libro fondamentalmente a questi due giornalisti molto lungimiranti, Matteo Pucciarelli di Repubblica e Aldo Cazzullo del Corriere della Sera:
Pucciarelli mi aveva definito nel suo articolo come “Il Mostro di Firenze” e aveva continuato con “le sparate del Generale con le sue frasi omofobe, razziste e xenofobe”, questa era il tenore del pezzo;
Cazzullo invece già dal titolo scriveva “Si crede l’erede di Giulio Cesare” con un articolo altamente denigratorio nei miei confronti e verso il libro  - chiaramente senza averlo letto.
Questi due articoli hanno lanciato la vendita del libro, infatti posso dire che gli articoli sono usciti il 17 agosto e il 18 agosto e in appena un giorno ho venduto 17.800 copie del libro. Manderò loro in regalo una cassa di prosecco ciascuno per ringraziarli.
Con Cazzullo non mi ci sono mai sentito, mentre con Pucciarelli sì, proprio la sera del 17 agosto: l’ho chiamato per dimostrargli quanto lui fosse stato scorretto. Lui prima ha pubblicato l’articolo, poi mi ha inviato una mail dicendo che aveva pubblicato un articolo – non positivo – sul libro e che se avessi voluto lo avrei potuto contattare. Così gli ho spiegato molto garbatamente che era stato scorretto, perché in genere le mail si mandano prima di pubblicare questi articoli e non dopo, ma durante quella lunga telefonata gli ho spiegato che tutte le cose che aveva scritto erano decontestualizzate, non vere; accuse assolutamente false. Sul libro non c’è nessuna offesa, nessuna lesione della dignità e così via. Pucciarelli mi ha detto che non era assolutamente d’accordo su quanto io avessi scritto, e allora gli ho risposto che il fatto di non essere d’accordo non lo autorizzava a dire quelle cose. La telefonata è finita lì, poi lui più volte ha provato a ricontattarmi per avere altre interviste, ma io non le ho mai rilasciate visto il clima che si era generato fra noi due. Tra me e lui c’è solo questo da dire.”
La prima intervista è stata poi rilasciata al Giornale d'Italia il 19 Agosto, ripresa il 20 dal Corriere.

Una dedica "a tutti quei giornalisti che sprecano fiato in tv e mi definiscono un analfabeta”

Vannacci risponde anche a tutti quelli che lo hanno denigrato in televisione: “Il libro lo dedico anche ad un altro giornalista di cui non dico il nome perché altrimenti gli farei solo pubblicità: lui passa la sua vita di fronte alla telecamera a 'comprimere aria', questo fa; ha dedicato 6, 7 video al sottoscritto in cui era uno dei primi a dire che avevo pubblicato un libro scritto da uno 'sgrammaticato', 'ignorante'; che era 'scritto malissimo' e che non si spiegava come si potesse leggere una cosa del genere. Aveva anche detto che il libro sarebbe stato 'l’esplosione del momento' continuando a criticare le mie comparsate in televisione: anche a lui dedico questo libro, che continui pure a 'comprimere aria' davanti alle telecamere perché il mondo anche senza di lui va avanti lo stesso.
Ma il merito del successo del libro è anche un po’ di tutti quelli che mi hanno denigrato: di tutti quei giornalisti e esponenti dei media che hanno cominciato a parlare di 'deriva pericolosissima' riferita ai contenuti del mio libro, che l’hanno giudicato come 'un’offesa alla Costituzione e alla Repubblica' (a cui ricordo che questi sono reati, e se non sono ancora dietro le sbarre vuol dire che tutte queste offese non ci sono mai state); ma soprattutto dedico il libro a tutti quelli che lo hanno definito come un libro scritto da un 'illetterato', 'analfabeta', 'uno che non sa scrivere in italiano', 'uno che non sa esprimere i giudizi'.
Ricordo il Professor Arcangeli che scriveva queste cose proprio sul Corriere della Sera, denigrando sia la sintassi, la grammatica, la punteggiatura e quello che io avevo scritto. I numeri delle vendite dimostrano esattamente il contrario, quindi nulla da dire sulla preparazione di queste persone come di quella di altri pensatori che sprecano fiato davanti alla telecamera e che dicevano che ero 'un fuoco di paglia'; che la cosa si sarebbe spenta; che avrei venduto solamente per i prossimi “due, tre giorni” (questo lo dicevano a metà agosto, quando il libro era appena uscito).”

Dopo due mesi dall'uscita, il libro è ancora un successo: “Se è arrivato anche nelle scuole, qualcosa significa”

“Invece, a distanza di due mesi, l’attenzione sopra al mio libro, alle idee che sono state espressi lì e ai fatti di attualità confermano quello che io descrivevo nel libro e – se non altro – una parziale verità. A tutte queste persone va questa mia dedica, e soprattutto va la dedica del fatto che devo a loro questa notorietà, questa popolarità anche grazie alla quale il mio libro è approdato nelle scuole. Significa che, tutto sommato, un servizio alla società questo libro lo ha fatto.”, conclude il generale Vannacci rimarcando il successo della sua opera.

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