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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Strage di Gorla, l’ultimo sopravvissuto, il 91enne Giovanni Andena, al GdI: “Quel giorno persi mia madre, mia sorella e mio cugino, nessuno mi ha chiesto scusa” - ESCLUSIVA

I bombardamenti degli alleati angloamericani sul quartiere milanese raccontati da chi quel giorno perse tutto: “Mio padre entrò a casa e scoppiò a piangere. Capii che mia madre e mia sorella non c’erano più”. Il massacro costò la vita a 184 bambini e ad altre 25 persone tra insegnanti, direttrice e personale scolastico

20 Ottobre 2023

Strage di Gorla, l’ultimo sopravvissuto, il 91enne Giovanni Andena, al GdI: “Quel giorno persi mia madre, mia sorella Wanda e il mio amico Sergio, nessuno mi ha chiesto scusa”

Giovanni Andena ha scritto le risposte di questa intervista di suo pugno. Su tre fogli a quadretti, in modo chiaro e ordinato, ha impresso su carta i ricordi, le sensazioni e le sofferenze della mattina del 20 ottobre 1944, il giorno della strage di Gorla. Sotto il fuoco degli alleati angloamericani, che bombardarono il quartiere milanese e la scuola elementare “Francesco Crispi, Andena, allora 13enne, perse Gina, la madre, la sorella Vanda (7 anni) e il cugino Giorgio (9). E oggi, a pochi giorni dal 92esimo compleanno, che cadrà a novembre, ripercorre insieme col figlio Dario Lodovico quegli attimi di dolore e di morte. Lo fa da ultimo sopravvissuto del massacro che costò la vita a 184 bambini e ad altre 25 persone tra insegnanti, direttrice e personale scolastico.

Andena, che cosa ricorda di quella mattina del 20 ottobre 1944?

“Era una bellissima giornata di sole. Dopo la colazione, con mia sorella Vanda, di 7 anni, che come al solito mi rubava i biscotti, mio padre, intorno alle 7,30, uscì fischiettando per andare al lavoro. Non poteva sapere che sarebbe stata l’ultima volta che ci avrebbe visto insieme”.

E sua madre?

“Accompagnò Vanda a scuola. Salutai entrambe. Fu l’ultima volta che vidi mia sorella allegra e sorridente nel suo grembiule bianco”.



Lei dove si trovava?

“A casa. La mia scuola, la Barnaba Oriani, iniziava qualche giorno dopo. Mia madre, una volta rientrata, canticchiava mentre svolgeva le mansioni domestiche. Poi, alle 11, suonò il piccolo allarme, seguito, mezz’ora dopo, da quello grande”.

Il suono del terrore.

“Mia madre corse preoccupata verso la scuola per prendere Wanda. Non la rividi mai più”.

Che cosa stava accadendo a Gorla?

“Si udì un forte rumore di aerei. Andai sul balcone e vedi il brillo delle bombe sganciate dai velivoli. Mi precipitai per le scale, corsi verso il rifugio e vidi Sergio, il mio migliore amico: gli urlai di scappare, di fare in fretta perché stavano bombardando. Fu l’ultima volta che lo vidi”.

https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cronaca/535258/strage-gorla-bombardamento-alleati-scuola-bambini.html

Lei dove trovò riparo?

“Mi rintanai sotto a un portico che collegava due cortili. In quell’istante arrivò la bufera: scoppi, polvere. Nell’aria volava di tutto. Mi rannicchiai in un angolino e così, d’istinto, iniziai a recitare l’Ave Maria. Poi tutto tacque. Lasciai il mio piccolo rifugio e trovai distruzione ovunque. La scuola era una montagna di macerie. Pensai: mia madre e Vanda sono là sotto. In quel momento arrivò mio padre con mia nonna Anna, che mi portò a casa sua. Avevo le gambe insanguinate e gonfie, ma tutto sommato stavo bene”.

Di sua madre e di sua sorella, però, non aveva notizie.

“No. Solo verso sera, dalla finestra, vidi un uomo camminare con la schiena curva e con la bicicletta portata a mano. Era mio padre. Non aveva neppure la forza di pedalare”.

Fu lì che capì.

“Sì. Mia madre e mia sorella non c’erano più”.



Non ci fu bisogno di parole.

“Mio padre entrò in casa, mi guardò in silenzio. Poi si sedette appoggiato al tavolo, con la testa tra le mani, e scoppiò a piangere. Io feci altrettanto. Era finito il giorno più lungo della mia vita. Un giorno che in realtà non finirà mai”.

Quel giorno, oltre a sua madre e a sua sorella, perse anche suo cugino: una famiglia e un’adolescenza dilaniate dalla guerra.

“A distanza di tanti anni posso dire che allora l’aiuto delle nonne, degli amici e dei compagni di scuola mi distrassero dal vuoto in cui mi trovai”.

Quando venne a sapere che il bombardamento era stato effettuato dagli alleati angloamericani?

“Girava quella voce, ma non c’era nulla di preciso”.



Non ha mai abbandonato il luogo della strage.

“La mia casa era nella stessa piazzetta della scuola e quindi ero sempre lì”.

Qualcuno, nel corso degli anni, le ha mai chiesto scusa? Ammesso che le scuse servano a qualcosa…

“No, non ho mai ricevuto scuse, né tantomeno spiegazioni”.

https://www.ilgiornaleditalia.it/gallery/cronaca/535272/strage-gorla-fogli-racconto-giovanni-andena-bombardamento-bambini.html

La guerra tra Russia e Ucraina, quella tra Israele e Palestina: oggi che cosa pensa quando sente parlare di stragi di civili e di bambini?

“Le guerre, tutte le guerre, sono sempre manifestazioni di un pazzo egoismo”.

Il 3 novembre, pochi giorni dopo l’anniversario della strage di Gorla, compirà 92 anni.

“Ma il mio pensiero va al 3 novembre 1943. L’ultimo compleanno festeggiato con la famiglia riunita”.

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