20 Ottobre 2023
Li chiamano i “Piccoli martiri di Gorla”. Sono i 184 bambini che il 20 ottobre del 1944 furono uccisi da un bombardamento degli alleati angloamericani che colpì il quartiere milanese e una scuola elementare. Quel giorno Milano era sotto il tiro delle bombe delle forze alleate, impegnate a neutralizzare i nazifascisti nel Nord Italia, ma i bambini dell’istituto “Francesco Crispi” erano in classe. La missione degli alleati era distruggere le strutture meccanico-siderurgiche al servizio dell’industria bellica, come la Breda, i cui stabilimenti erano a Sesto San Giovanni, periferia nord della città.
Quella mattina 18 bombardieri americani, ciascuno con a bordo 10 bombe da 220 kg, per un errore nel calcolo della rotta (forse per una errata interpretazione delle coordinate in codice nel piano di volo), si trovarono a sorvolare il quartiere di Gorla anziché gli stabilimenti della Breda. Capito lo sbaglio, il comandante della missione, James B. Knapp, decise di far rientrare gli aerei alla base.
Ma rimaneva il problema del carico: le bombe già innescate non potevano essere riportate indietro per non mettere a repentaglio l'incolumità degli equipaggi. Contrariamente a quanto previsto in casi simili, dunque, Knapp non fece sganciare le bombe nelle campagne o in mare durante il volo di ritorno, ma ordinò di disfarsene subito.
Alle 11,29 l’abitato di Gorla fu colpito e oltre 37 tonnellate di esplosivo distrussero case e negozi. Una delle bombe colpì la scuola “Francesco Crispi”, procurando la morte di 184 bambini e di altre 25 persone tra insegnanti, direttrice e personale scolastico, tutti colti nel tentativo di raggiungere il rifugio antiaereo. Morirono anche alcuni genitori accorsi a scuola, al suono delle sirene d'allarme, per tentare di salvare i loro figli. Anni dopo, piazza Redipuglia, l’area in cui aveva sede la scuola, mutò nome nell’attuale piazza dei Piccoli martiri.
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