27 Settembre 2023
Tutti sanno che cosa accade a Fantozzi quando tenta di prendere l’autobus al volo. Ma se deve prendere la metropolitana a Milano, ecco, in quel caso che cosa succede? Sono circa le 23,20 di domenica sera e il ragionier Ugo è ai tornelli con la figlia minorenne Mariangela (17 anni), che è appena arrivata da Roma in treno, e deve correre a casa che il giorno dopo ha scuola e l'interrogazione di Storia. I due devono prendere la metro gialla, ma la tessera di Mariangela non funziona e Fantozzi non trova la sua. Il megacontrollore galattico di Atm addetto agli accessi sequestra la tessera della figlia, regolarmente detenuta e valida, perché a suo giudizio è irregolare: “Me la dii”. A quel punto Fantozzi insorge: “Mi scusi, megantrollore galattico, la cosa crea qualche problema, perché la tessera serve a mia figlia per andare a scuola. Inoltre, mi permetta, santità, si è fatta una certa ora e dovrebbe andare a dormire”. Niente. Il megantrollore pretende anche un documento: “Fantocci, me lo dii. E mi dii subito anche il documento della babbui... della bambina”. Dopo aver attentamente studiato il documento di Mariangela, il megancontrollore suggerisce a Fantozzi di comprare un biglietto per la figlia e per lui.
Ma la nuvola dell’impiegato, si sa, è sempre nei dintorni: il ragioniere va alle macchinette, ma l’inserimento delle monete (2,20 euro) è bloccato. A un certo punto si avvicina un signore a lato che gli porge un biglietto: “Dii a me i 2,20 euro”. Scambiando lo sconosciuto per un altro addetto di Atm (in seguito si scoprirà che era il geometra Calboni sotto mentite spoglie), Fantozzi accetta. Così, rinfrancato per una rara botta di fortuna, nella fretta di tornare a casa e col distributore dei biglietti rotto, torna ai tornelli, che si aprono regolarmente.
Ma in agguato c’è sempre lui, il megacontrollore galattico, secondo il quale il biglietto acquistato non è valido, in quanto comprato abusivamente e a suo dire non pagato nonostante Fantozzi l’avesse acquistato davanti a lui dal misterioso possessore del ticket. Non solo: il megacontrollore glielo sequestra e chiede i documenti per la contravvenzione di 36 euro da pagare entro 5 giorni (altrimenti diventano 176): “Uhm, dunque lei è il signor Ugo Fantocci”. “Fantozzi…”.
Il megantrollore insiste nella sua versione: il ticket è stato acquistato da un abusivo, ma quando Fantocci (scusate, Fantozzi) gli chiede come mai non avesse detto nulla al riguardo, dato che l’acquisto era avvenuto sotto i suoi occhi, il megantrollore di Atm risponde che quel tizio gli aveva “sputato” e che non voleva avere niente a che fare con lui, temendone le reazioni. E chissà come mai... Un signore che passa: “Qui di abusivo c’è solo l’Atm, il suo monopolio e la sua l’arroganza”.
Il megantrollore lascia andare Fantozzi e la babb… la bambina solo dopo la mezzanotte, con lei che doveva alzarsi alle 6,30 per andare a scuola e lui che aveva la sveglia alle 6 (caffellatte con pettinata incorporata, spazzolata con dentifricio mentolato su sapore caffè, provocanti funzioni fisiologiche che può così espletare nel tempo di valore europeo di 6 secondi netti) per recarsi a lavoro.
Il megantrollore, nel frattempo, aveva sequestrato la tessera di Mariangela, costringendola ad acquistare un altro biglietto della metro con la carta di credito. Arrivati a Duomo, i due transitano correndo da un tornello aperto, ma Mariangela si dimentica di ripassare la carta di credito, provocando così un extra-addebito. Una disavventura infinita. Più della corazzata Potëmkin. E adesso Mariangela, senza tessera, dovrà comprare i biglietti tutti i giorni, pur avendo la tessera. Fantozzi, dal canto suo, sarà costretto a fare ricorso sia per la multa ricevuta sia per tutti i biglietti pagati da Mariangela.
“Cara Atm, com’è umana lei…”.
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