16 Agosto 2023
Massimo Segre e Cristina Seymandi, fonte: Facebook @Il Messaggero
Il caso tra Massimo Segre e Cristina Seymandi come si sa è finito in tribunale. L'uomo dopo le tante parole della ex compagna ha provato a spiegare in una lettera a La Stampa le sue giustificazioni: "Non vi è violenza ad affermare la verità pubblicamente. Raccontare che la Signora Seymandi prima ancora di sposarmi, intesseva altre relazioni sentimentali non è violenza: è un fatto che - se la relazione fosse stata quella di una coppia aperta - non sarebbe stato preclusivo al nostro matrimonio".
Nella serata passata nella villa di Segre, tutti si aspettavano che il banchiere e commercialista di Torino proponesse il matrimonio, ma così non è stato e l'evento si è trasformato in un incubo (per lei) e per una vendetta perfetta per lui. "Da quando, esattamente 3 anni prima, il 27/07/2020 infilai al dito di Cristina lo zaffiro di mia madre, chiedendole di sposarmi e ottenendo l'assenso, io non sono stato libero di amare altre e così avrebbe dovuto essere per lei. Così intendevamo entrambi impostare la nostra relazione e il nostro matrimonio. Questo era il patto suggellato indossando l'anello della mia famiglia".
Segre ha denunciato come la donna abbia avuto nel frattempo storie con altri uomini, delle quali il banchiere è venuto a sapere, dichiarando tutto in pubblica piazza. Seymandi, imprenditrice con la passione per la politica, ex collaboratrice della sindaca Appendino e poi del candidato del centrodestra Paolo Damilano, aveva replicato alle accuse di quella serata: "Io traditrice? Da che pulpito... le persone che ha citato sono tutti fantasmi. La verità verrà fuori. Mi spiace forse più per lui che per me. E poi per tutte le persone che sono venute fuori attorno a questa vicenda che in realtà non c’entrano nulla".
Ma Segre la pensa diversamente: "La nostra coppia si formò con questo vincolo ma, se ci si ama, non lo si vive certo come una limitazione di un proprio diritto, ma come una gioia infinita. Una reciproca, splendida esclusiva. Non importa se sei uomo o donna: appartieni all’altro/a! E io sono stato totalmente ed esclusivamente di Cristina".
"Lasciare Seymandi pubblicamente è stato un gesto forte, che mi è immensamente dispiaciuto fare nei suoi confronti e che mi è costato particolarmente tanto, perché totalmente lontano da quella mia maniacale riservatezza, comprovata dal fatto che le foto che mi ritraggono sono quasi tutte non recenti". "La Signora Seymandi è talmente abile nel raccontare una propria visione della realtà che dovevo assolutamente preservare la mia reputazione, il dono più grande lasciatomi dai miei genitori. L’unico modo per evitare narrazioni distorte, se non addirittura totalmente fantasiose, consisteva nel prendere l’iniziativa davanti a tutti i suoi amici, prima che potesse raccontare chissà che cosa su di me, se l’avessi lasciata
E conclude: "Voglio solo aggiungere che il problema della parità di genere non mi appartiene: mia mamma fu la prima presidente donna di una banca quotata in Italia e mi ha insegnato che le persone si giudicano per le loro qualità, non per il loro sesso".
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