10 Agosto 2023
foto @Lapresse
È morto nella sua casa di Roma, all’età di 83 anni, il cantautore napoletano Peppino Gagliardi, famoso in tutto il mondo e conosciuto come genio della musica partenopea, l’uomo combatteva da tempo contro un male incurabile.
I figli dell’artista, Massimiliano, Davide e Lucia, hanno ringraziato tutte le persone che hanno espresso cordoglio per la morte del loro padre, pubblicando dei versi dell’autore che erano rimasti inediti: “Vorremmo ringraziare tutti gli amici di nostro padre, che siete voi. Papà vi ha amato tantissimo ed ha passato tutti i suoi giorni su questo computer per rimanere in contatto con tutti i suoi fans, che per lui erano come una famiglia. Oggi è volato lontano, con quei suoi occhi un po' stanchi. Vogliamo regalare questi versi scritti di suo pugno e trovati nel suo quaderno degli appunti, sicuri che li avrebbe condivisi con tutti voi… prima o poi”.
Nato a Napoli nel popolare rione Vasto, comincia a suonare la fisarmonica sin da bambino, per passare poi alla chitarra e quindi al pianoforte. La sua carriera inizia da adolescente, con un complesso che chiama I Gagliardi, giocando con il suo cognome, e che ottiene successo nelle esibizioni dal vivo a Napoli e nei dintorni. Negli anni sessanta Gagliardi partecipa a numerosi Festival di Napoli: nel 1963 con "Maje", nel 1964 con "Nisciuno 'o ppo' capì" (scritta con Amendola) e "Mparame a vule' bene", nel 1966 con "Scriveme" (di Murolo) e "Sole malato" (di Pazzaglia e Modugno), "Sotte stelle" (di Murolo e Gagliardi), ma è nel 1969 che con "O' scugnizzo" si piazza al terzo posto, oltre a interpretare altri brani come "Ciento notte" e "N'angiulillo".
Dal 1965 al 1968 partecipa per tre volte al Festival di Sanremo: nel 1965 con "Ti credo" (anche in veste di autore), in abbinamento con Timi Yuro, nel 1966 con "Se tu non fossi qui", con Pat Boone (la canzone, scritta dal maestro Carlo Alberto Rossi, verrà reincisa anche da Mina) e nel 1968, dopo aver cambiato casa discografica ed essere passato alla Det, con "Che vale per me", con Eartha Kitt (anche questo brano è stato scritto da Carlo Alberto Rossi).
Gli anni settanta rappresentarono il vero periodo d'oro per l'artista napoletano. Libero da legami con altre case discografiche, l'artista si concentra sulla sua attività compositiva, cercando un proprio filone musicale. Lo spartiacque artistico è rappresentato dal brano "Settembre" (1970), che oltre a classificarsi secondo alla manifestazione "Un disco per l'estate", vende moltissimo. A consolidare l'importante posizione assunta dal musicista napoletano nel panorama nazionale sono i successivi successi: "Gocce di Mare", "Ti amo così", "Sempre sempre" nel (1971), quest'ultima ancora seconda alla manifestazione "Un disco per l'estate", "Come le viole" (con cui ritorna al Festival di Sanremo nel 1972, classificandosi al secondo posto e soprattutto vendendo molte copie) e "Come un ragazzino" (favorita alla vigilia ma solo seconda a Sanremo nel 1973).
Nel finire degli anni novanta, il musicista tende a diradare maggiormente e nuovamente le sue apparizioni pubbliche, distaccandosi totalmente per un periodo dall'ambiente musicale e dedicandosi alla famiglia e superando alcune difficoltà di salute. Cura e segue la crescita artistica e professionale del figlio, Massimiliano Gagliardi, pianista, che diventerà a seguire suo principale collaboratore. Il 27 febbraio 2019, durante un concerto al Teatro Sannazaro, viene insignito del premio alla carriera sia dal Comune di Napoli, consegnato dal Sindaco Luigi De Magistris e dall’assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele, che dall’A.F.I. (Associazione Fonografici Italiani)
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