31 Luglio 2023
La notizia ad ottobre aveva scosso la cronaca nazionale: in un bosco di Trecate, in provincia di Novara, erano stati ritrovati resti umani. Del cadavere erano ormai rimaste soltanto ossa, troppo poco addirittura per una datazione precisa della morte, secondo gli inquirenti precedente la scoperta di almeno cinque mesi. Sull’identità della persona i cui resti giacevano abbandonati vicino al corso del Ticino, totale mistero. Dopo lunghi mesi di indagini, tuttavia, gli inquirenti sono riusciti a dare un nome a quei resti. Si tratta di una donna di 80 anni, Liliana Agnani.
La scoperta dell’identità della donna ha permesso di far fare un balzo in avanti alle indagini, per le quali si è cominciato a parlare di omicidio. Non solo, ma gli inquirenti hanno già un sospetto, il figlio della donna Stefano Garini. L’ipotesi degli investigatori, infatti, è che Garini, agente immobiliare del capoluogo lombardo, abbia ucciso la madre per intascarne la pensione di reversibilità, equivalente a 1654,19 euro al mese. Molte le accuse a carico dell’uomo: si va da quella per omicidio volontario all’occultamento di cadavere, fino all’indebita percezione di erogazioni pubbliche.
Il figlio, al momento indagato ma a piede libero, ha subito ammesso di aver accompagnato nella prima metà del 2022 la madre a Trecate, pur tuttavia negando qualsiasi coinvolgimento con la sua morte. Non è ancora chiaro tuttavia, se all’epoca furono esposte denunce di sparizione, non essendo Liliana più tornata.
A dirigere le indagini, il pm Paolo Verri, dietro la cui coordinazione gli investigatori hanno perquisito, a Milano, l’abitazione di Garini, alla ricerca di prove che possano collegarlo all’omicidio. A questo proposito la Procura di Novara parla di: “Cose pertinenti al reato, quali arma del delitto, materiale-informatico o telematico utile alle indagini (personal computer, smartphone, tablet), e in genere la documentazione di qualunque tipo dalla quale trarre elementi di prova”.
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