Milano, i (dis)servizi di Atm tra disagi per le aziende, scioperi e aumento del biglietto da 2 a 2,20 euro

Più che un servizio, un disservizio. Disagi per le aziende, guasti, ritardi, aumento dei biglietti, scioperi: chi utilizza i mezzi pubblici a Milano deve fare i conti (in tutti i sensi) con Atm. “Atm Milano è la causa del 50% delle mie disgrazie. Ma potrai mai fare sciopero mezzi per una settimana, poi aspetti 5 giorni e lo rifai? Il giorno del primo esame della sessione sarò per 24 ore senza linee o fascia oraria garantita”. È solo uno dei commenti che si leggono sui social in relazione alle prossime dimostrazioni sindacali (5-11 giugno, 16 giugno e 23 giugno).

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Tessere che non si possono rinnovare e linea 3 del tram su “Chi l’ha visto?”

Non solo scioperi, però. Che dire dei servizi (per così dire) offerti alle imprese? Se scadono le tessere aziendali non c’è modo di essere avvisati per il rinnovo. E la linea 3 del tram? Lo scorso marzo Atm ha annunciato la sospensione della tratta (dal capolinea Duomo a piazza Abbiategrasso e viceversa) “almeno per cinque mesi” per i I lavori di sostituzioni dei binari e degli scambi dei tram in via Montegani e la contemporanea rimozione dei masselli di pavè dalla strada al centro del quartiere Stadera, nella periferia sud. La linea che collega Gratosoglio al cuore della città, di conseguenza, non sarà più in servizio fino al 31 agosto da piazza Abbiategrasso al capolinea Duomo.

L’aumento dei biglietti? Quando un (dis)servizio funziona, è giusto pagare

E i guasti? Un solo esempio: un mese fa, il 4 maggio, un doppio guasto che aveva interessato la linea M1 (chiusa completamente) e la M2 (chiusa parzialmente) aveva generato il caos tra i viaggiatori, bloccati per oltre 30 minuti. In tutto questo Atm che fa? Come annunciato lo scorso gennaio, ha aumentato il biglietto singolo (che vale per le corse su metropolitane, autobus e tram) da 2 a 2,20 euro, mentre il ticket per i viaggi interurbani che copre la distanza massima (Mi1-Mi9) è salito da 4,40 a 4,80 euro. D’altronde, se un (dis)servizio funziona, è giusto pagare.