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Inchiesta Covid Bergamo, Cajazzo a OMS: "Lockdown Lombardia da 7/03". Kluge: "Pochi dati. Questione politica" - LE CARTE

Luigi Cajazzo cercò di fare pressioni sull'OMS affinché convincesse il Governo a chiudere la Lombardia. Il direttore dell'Oms Europa, però, non ci volle mettere becco "avanzando dubbi sulla scientificità" delle azioni richieste

10 Marzo 2023

Inchiesta Covid Bergamo, Cajazzo a OMS: "Lockdown Lombardia da 7/03". Kluge: "Pochi dati. Questione politica"-CARTE

Fonte: Imagoeconomica

Emergono nuove carte dell'inchiesta Covid della Procura di Bergamo. Francesco Zambon cerca di scagionare Luigi Cajazzo presentandosi spontaneamente ai pm per dichiarare che il dg del Welfare della Lombardia voleva chiudere l'intera Regione già dal 7 marzo 2020. Fu l'OMS a impedirlo. 

Zambon, inchiesta Covid Bergamo

Francesco Zambon, capo del gruppo dei ricercatori Oms di stanza a Venezia, si reca spontaneamente in Procura a Bergamo per rilasciare delle dichiarazioni a favore di chi gestì la pandemia in Lombardia. In particolare rilascia dei documenti che intendono scagionare Luigi Cajazzo dall'accusa di non aver tempestivamente allargato la zona rossa. 

Cajazzo all'epoca era direttore generale dell'assessorato al Welfare di Regione Lombardia. La testimonianza che rende, però, fa emergere degli aspetti inquietanti. Zambon il 7 marzo 2020 ha organizzato una chiamata fra il direttore dell'Oms Europa Hans Henri Kluge e Cajazzo su richiesta di quest'ultimo. L'obiettivo di Cajazzo era "di assicurarsi che la voce delle Regioni arrivasse al Governo italiano e che Oms facesse pressioni su di esso, affinché adottasse drastiche misure di contenimento, sul modello cinese". 

Il ricercatore allega le mail. "in pratica si voleva estendere la zona rossa già istituita nel Lodigiano a tutta la Regione, includendo la chiusura delle scuole, degli uffici, dei bar, la promozione "del telelavoro", il distanziamento sociale e la raccomandazione agli over 65 anni "di stare a casa"", si legge. 

Cajazzo presentò a Kluge "un quadro epidemiologico piuttosto allarmante" prevedendo al 26 marzo "2000 pazienti in terapia intensiva".

OMS non cede alle pressioni di Cajazzo

La risposta dell'OMS, però, non era quella che si sarebbe aspettato Cajazzo. "Kluge mi rispose solo molte ore dopo", dice Zambon, "mostrò esitazione avanzando dubbi sulla scientificità" della "azioni richieste". Zambon aveva dato parere favorevole alla chiusura immediata "anche se questa avesse comportato enormi conseguenze economiche".

"Sottolineai che la decisione non doveva essere considerata "politica", bensì "tecnica", considerato anche il fatto che "un lockdown serrato stava funzionando in Cina", dice il ricercatore. L'OMS, però, è di opinione diversa: Kluge scrisse a Mike Ryan, capo del programma di emergenze sanitarie, che rispose solo la sera, rimproverandolo per i solleciti. 

Ryan, racconta Zambon, "finalmente rispose, dicendo che era necessaria un'attenta discussione, che non bisognava entrare in questioni politiche in Italia, (...) che non c'erano abbastanza dati e che era più opportuno non interferire". 

Francesco Zambon si dimise pochi giorni dopo.

 

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