19 Gennaio 2023
Illustrazione di Marco Maggioni, Corriere della Sera
Il super boss Matteo Messina Denaro, arrestato nella giornata di lunedì 16 gennaio 2023, ha passato i suoi primi giorni in cella. Non avrebbe chiesto nulla, all'inizio. Niente giornali, libri o cibo. Biancheria e vestiti gli sono stati forniti dal cappellano del carcere. Secondo quanto trapela da alcune indiscrezioni, "il suo sarebbe un comportamento anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al 41 bis". Le sedute di chemioterapia a cui dovrà essere sottoposto per curare il tumore, potrebbero essere disposte in massima sicurezza in una struttura appena all'esterno del carcere.
Il primo giorno lo ha passato "ventiquattro ore in cella da solo, senza nemmeno accendere la televisione, anche solo per avere compagnia, o guardare quello che viene messo in onda su di lui e sul suo arresto. Nulla. Non ha la curiosità di vedere, di ascoltare ciò che viene detto sul suo conto. La tv resta spenta. E lui seduto sul letto con le mani a reggere il viso", ha rivelato il quotidiano La Repubblica.
Nel compilare la scheda anagrafica, a chi gli ha chiesto conto dei suoi "precedenti", Messina Denaro ha risposto: "Fino a stanotte ero incensurato poi non so che è successo". Alla domanda di quale fosse la sua residenza, il boss della mafia ha dichiarato: "Non ho mai avuto una residenza".
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Successivamente è stato quindi accompagnato nella sua stanza di detenzione. La cella misura 4 metri per 3, con bagno angolare, letto, mobiletto e tavolo, tutto inchiodato a terra, tv chiusa in un box priva di accesso ai canali regionali, per evitare messaggi in codice, e niente cucinotto. Per motivi di sicurezza, fornello e cibo da preparare gli verranno forniti al mattino e ritirati la sera. L'illustrazione di come dovrebbe essere la nuova "casa" di Matteo Messina Denaro è stata fatta da Marco Maggioni per il Corriere della Sera.
Come già accennato, per le sedute di chemioterapia ci si appoggerà all'Ospedale San Salvatore dell'Aquila, che ha un reparto dedicato ai 41 bis. Si valuterà ora, assieme al primario Mutti, la possibilità di svolgere il trattamento in una stanza attrezzata nel carcere senza portare il detenuto all'esterno come raccomandano i sindacati della polizia penitenziaria. "Meglio non sottoporre gli agenti a rischi e sforzi per evitare che venga bucata la rete di protezione come è accaduto in passato", si legge in una nota.
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