23 Dicembre 2022
Facebook Luca Ventre
La procura di Roma aveva aperto un'indagine nel gennaio 2021 per omicidio preterintenzionale a carico di ignoti in merito al caso di Luca Ventre, il 35enne italiano morto a Montevideo, in Uruguay, dove è stato immobilizzato e tenuto a terra per diversi minuti dopo avere scavalcato una recinzione dell'ambasciata italiana dicendo di essere in pericolo di vita, come si vede dai filmati delle telecamere di sicurezza.
Il pm ha dovuto richiedere l'archiviazione del caso, perché una volta varcato il cancello, l'uomo non sarebbe entrato nell'edificio. Se lo avesse fatto allora il delitto si sarebbe consumato in territorio italiano. Eppure così non è stato. L'indagine è quindi viziata da improcedibilità, sempre secondo la Procura. A confermare l'archiviazione del caso dell'omicidio di Luca Ventre, sarebbe stato lo stesso Sergio Colaiocco, sostituto procuratore che ha in carico le indagini sul caso ha chiesto ai carabinieri del Ros di svolgere una serie di verifiche sulla vicenda.
Prima di scavalcare, Luca aveva citofonato, ma era disperato e impaurito e per questo ha cercato di superare il muro di cinta. La guardia giurata non ha badato alle ragioni dell'uomo ed ha proceduto con la sua eliminazione fisica. Una reazione non commisurata alla reale pericolosità del soggetto, secondo la procura italiana. Ma il mistero s'infittisce anche intorno alla reale motivazione del decesso. Per la perizia uruguaiana Luca sarebbe morto a causa della forte concitazione causata dall'uso di cocaina. Per la procura italiana invece sarebbe deceduto per "asfissia meccanica violenta ed esterna per una prolungata costrizione del collo che provocò l'ipossia celebrale dalla quale derivarono il grave stato di agitazione psicomotoria e l'arresto cardiaco irreversibile".
La famiglia di Ventre accusa uno degli agenti uruguaiani che avrebbe immobilizzato l'uomo sul selciato dell'ambasciata. Padre di una bimba di 8 mesi, Ventre si era trasferito a Montevideo nel 2013. Dopo aver gestito un bar e una pizzeria, collaborava con la Camera di commercio cittadina per l'import-export di prodotti alimentari, in particolare cioccolata. Secondo alcune testimonianze ultimamente era depresso e aveva problemi di droga.
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