23 Novembre 2022
SCRITTI PANDEMCI
Monsignore, ho appena finito di leggere il Suo intervento, pubblicato come sempre dall’ottimo Aldo Maria Valli https://www.aldomariavalli.it/2022/11/22/monsignor-vigano-intervento-al-medical-doctors-for-covid-ethics-international/amp/
Sono convalescente, ma ho ascoltato l’intervento di Klaus Schwab a margine del G20. Con la Sua consueta lucidità, Lei ne evidenzia alcuni passaggi: «Nella quarta rivoluzione industriale i vincitori si prenderanno tutto, quindi se siete un first mover del WEF, sarete i vincitori». Questo il Suo commento: “Queste gravissime affermazioni hanno due implicazioni: la prima è che «i vincitori si prenderanno tutto» e saranno «vincitori», non si comprende a che titolo e con il permesso di chi; la seconda è che coloro che non si adegueranno a questa “quarta rivoluzione industriale” si ritroveranno estromessi e perderanno – perderanno tutto, compresa la loro libertà”.
Io mi permetto di evidenziarne un altro, quello in cui Schwab profetizza che l’impoverimento del ceto medio Occidentale provocherà tumulti sociali. Il Great Reset non intaccherà il patrimonio dei fondi che governano il mondo Vanguard, BlackRock, State Street, Wellington. A patire tutte le conseguenze del Great Reset saremo noi persone normali. In quest’ottica io interpreto l’affermazione che “i vincitori si prenderanno tutto”. Sempre in quest’ottica io leggo le frasi di Yuval Noah Harari sull’umanità inutile.
Oggi Le Monde titola: “Ridurre la popolazione contribuirebbe a mitigare il riscaldamento globale”. Simili affermazioni costituiscono il fondamento morale che giustifica le azioni criminali dei neomalthusiani come Bill Gates, i quali non fanno mistero di voler passare alla storia come filantropi per avere sterminato quattro miliardi di persone. (L’Asperger, si sa, ha effetti devastanti sulla psiche).
Il Deep State ha già instaurato un regime di controllo dell’informazione. Grazie ai Green Pass e ai crediti sociali sul modello cinese, presto il Leviatano si arrogherà il diritto di chiudere i conti correnti dei dissidenti. Chrystia Freeland, nipote di un nazista e Vice Premier canadese, ha già minacciato una simile misura per stroncare la protesta dei camionisti.
Monsignore, io sono agnostico. Non per questo insensibile all’aspetto spirituale di ciò che ci sta succedendo. La mia visione differisce da quella di analisti marxisti, come i Professori Ugo Mattei e Andrea Zhok. Io non credo che il problema sia l’ideologia liberale, il problema sono le derive nefaste dell’ideologia liberale: Gender culture, Cancel culture e – soprattutto – il problema è l’ideologia transumanista. Elena Postigo Solana ha riassunto magistralmente in queste poche righe cosa significhi l’ideologia transumanista: “Analisi critica dei presupposti antropologici della teoria e implicazioni bioetiche
Di fronte alla teoria, al contenuto del “postulato transumanista”, in parte già messo in pratica – si pensi, ad esempio, alla selezione eugenetica degli embrioni affetti da una patologia –, sorgono numerose domande, alcune di queste lasciate ancora senza risposta da parte dei transumanisti. Cercheremo di evidenziarle in questa sezione. F. Fukuyama ha definito il Transumanesimo come “una delle idee più pericolose del mondo” poiché essa altera la natura umana e il concetto di totale uguaglianza tra tutti gli esseri umani, fondamento di ogni società democratica. Anche J. Habermas ha criticato la teoria e i presupposti del Transumanesimo e dell’enhancement in quanto essi eliminerebbero la possibilità di autonomia morale dell’individuo umano, poiché questa sarebbe sottomessa ad interessi sociali, politici o economici. A nostro avviso, la problematicità di questa teoria risiede in primo luogo nei suoi presupposti antropologici, assunti come veri e assoluti, ed invece assai discutibili e, di fatto, non universalmente riconosciuti. Enunceremo di seguito i più rilevanti, proponendone una analisi critica. In primo luogo si pone il concetto di natura umana e dell’uomo ridotto a pura materia: gli autori che portano avanti questa teoria, per lo più derivanti dalla tradizione anglosassone, e in molti casi prescindendo completamente dal contributo del pensiero classico (si pensi, ad esempio, ad Aristotele, Tommaso d’Aquino o Immanuel Kant), così come da autori contemporanei che ad essi si ispirano (R. Spaemann, A. MacIntyre, M. Nussbaum, ecc.), il cui apporto teorico viene rifiutato in base a pregiudizi infondati e, soprattutto, senza il supporto critico delle teorie stesse, che vengo anzi qualificate come vuote, astratte e prive di senso pratico (una sorta di fallacia ad hominem, poiché vengono squalificate senza argomenti). In tal modo, assumendo soltanto la filosofia moderna, in particolare quella ispirata a Hume, all’empirismo e al neoempirismo derivato dalle sue teorie (si tratta di una assunzione del tutto acritica, priva del confronto con altre teorie), questi autori affermano che ens est percipi e che quindi “uomo” è soltanto ciò che percepisce, la realtà materiale, corpo, struttura, senza considerare la sua potenzialità, la sua finalità intrinseca o la possibilità dell’esistenza di qualcosa d’immateriale. L’uomo è materia. Si produce così il primo riduzionismo biologicista che, unito alla considerazione della cosiddetta “fallacia naturalistica”, stabilisce l’impossibilità di un’etica che possa scaturire dalla natura umana (finalizzata e razionale) e i fini vengono o scelti autonomamente dalla razionalità della persona o in base a criteri estrinseci di utilità pragmatica. Questi autori non assumono mai la carica della prova, vale a dire, non accettano la visione finalistica della natura umana, ma la negano senza argomenti forti e dettagliati. Ciò manifesta almeno due cose: la prima è che essi non conoscono autori come Aristotele, Tommaso, ecc, e la seconda è che se li conoscono non li prendono in considerazione. L’uomo, pertanto, considerato come un meccanismo materiale complesso che funziona, appunto, meccanicisticamente (si ricordi l’uomo-macchina di J.O. de la Mettrie), non sorprende che si parli della possibilità di certi esseri in cui la nanotecnologia e la cibernetica sostituiscano completamente la natura umana, portando l’uomo verso una sorta di essere artificiale o “postumano”. Se siamo soltanto materia, e se un giorno riusciremo a capire completamente come “funziona” l’uomo, quale difficoltà avremo nel fare un uomo artificiale? Già nel film di culto Blade Runner si pone la domanda della differenza tra l’umano e il replicante prodotto artificialmente. Arriverà un’epoca (pensano loro), in cui potremo fare replicanti umani perfetti e identici all’uomo ma artificiali. A questo riduzionismo materialista viene unito un secondo livello o un secondo riduzionismo, vale a dire, il riduzionismo neuronale. Non siamo soltanto materia, ma siamo soprattutto connessioni neuronali”. Tutto questo è aberrante, denota un odio verso lo straordinario miracolo della vita umana, un’incomprensione della consapevolezza di sé, qualità unicamente umana e che mai potrà appartenere all’Intelligenza Artificiale. Negando le qualità specifiche dell’uomo se ne farà un simulacro e – si sa – ogni simulacro dell’essere umano è diabolico.
Monsignore, concludo – idealmente in ginocchio davanti a Lei – pregandoLa di porsi alla testa di noi persone consapevoli. Siamo pronti a dare il nostro contributo ma siamo lontani, divisi, ciascuno troppo concentrato sul proprio ambito di competenza (il mio è il diritto).
Non è la prima volta che io invoco la Sua guida. Le battaglie escatologiche richiedono eroici condottieri. Il Suo coraggio nel denunciare, la lucidità e la profondità delle Sue analisi sono un esempio per tutti noi. Ora l’azione deve uscire dai canali telegram della dissidenza, deve diffondersi grazie a un’opera titanica di condivisione della consapevolezza. Soltanto così saremo in grado di dare inizio al Grande Risveglio, unica vera possibilità di contrastare il Great Reset.
Monsignore, mi indichi come posso rendermi utile.
di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia
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